Porto, ricapitalizzazione rinviata. Prima l’atto di indirizzo consiliare

L’operazione nel piano di risanamento per superare il divieto di legge

Il porto di Viareggio (Umicini)

Il porto di Viareggio (Umicini)

Viareggio 23 luglio 2014 - INTANTO l’assessore Giovanni Giannerini, come i salmoni, prova a andare contro corrente per ottenere la ricapitalizzazione della Porto Spa: ricapitalizzazione già negata alla Congressi Srl, che come la Porto ha il capitale netto negativo a furia di perdite; e nemmeno lontanamente riflettuta per salvare dai debiti la Fondazione Carnevale (tanto ha firmato il presidente Stefano Pasquinucci, mica il sindaco Betti). E nel tentativo di raggiungere acque tranquille, Giannerini s’è trascinato dietro all’assemblea dei soci della Porto Spa il collega Lorenzo Bertoli, ignaro dell’orso della Corte dei conti che li aspetta quando risaliranno le rapide.

L’ESCAMOTAGE per tenere in vita la Porto Spa passa da una delibera di consiglio comunale che non sarà, come creduto da qualche buontempone, la ricapitalizzazione tout court, ma semplicemente un atto di indirizzo. Sulla Porto Spa s’è abbattuta la sentenza che la obbliga a pagare al comune quasi 1 milione di Imu arretrata sugli specchi d’acqua. Rispetto al Gpl, Gruppo pubblico locale, si tratta dunque di un debito infragruppo com’è quello dei canoni e affitti per 2,3 milioni dovuto dalla Congressi Srl alla Patrimonio Srl. Ma non importa: per la Congressi valgono i pareri dei revisori e del ragioniere capo; per la Porto no, si va alla ricapitalizzazione esclusa dalla legge (per il Carnevale si sarebbe trattato invece di un’operazione riorganizzativa, ma tant’è). MA se i consiglieri di maggioranza votassero ora la ricapitalizzazione, finirebbero insieme alla giunta sotto il torchio della Corte dei conti. Ecco l’escamotage partorito all’assemblea dei soci della Porto Spa: il consiglio vota un atto di indirizzo che impone al sindaco la ricapitalizzazione all’interno del futuro piano di risanamento; la giunta ne prende atto e non muove un dito; l’atto di indirizzo dà alla Porto Spa una parvenza di speranza di sopravvivenza, così non viene messa in liquidazione; poi, in autunno, se e quando giunta e consiglio avranno approvato consuntivo 2013, piano di risanamento vistato dal Mef e dalla Corte dei conti, e preventivo 2014, all’interno del piano di risanamento troverà sistematizzazione e normalizzazione la ricapitalizzazione della Porto, altrimenti impossibile.

COME avverrà? Al solito senza soldi, col trasferimento di beni capitali dal comune, come il vecchio mercato ittico, l’area ched non fu comprata da Perini Navi, e chissà quali banchine. Il tutto anche per aumentare il valore della società, in vista della nuova gara delle azioni, essenziale per rifondere Ferragamo senza continuare a prosciugare il gettito Imu, che Giannerini spera di fare nel 2015. Però il Cda della Porto varerà il bando di selezione dell’advisor per la valutazione societaria solo dopo il voto dell’atto di indirizzo in consiglio comunale: non si sa mai, con queste maggioranza malpanciste.

b.n.