Il no al porto di Carrara: "Distruggerà la nostra economia"

I paladini apuoversiliesi chiedono un ripensamento completo del progetto che rischia di mettere in ginocchio l’economia del territorio

Un'immagine del porto di Marina di Carrara (Delia)

Un'immagine del porto di Marina di Carrara (Delia)

Viareggio, 5 ottobre 2015 -  L’AMPLIAMENTO del porto di Carrara è un non senso e sulla base di questa considerazione i paladini apuoversiliesi chiedono un ripensamento completo del progetto che rischia di mettere in ginocchio l’economia del territorio. «Quello che noi chiediamo è un approccio in termini di sostenibilità: è necessario parametrare e confrontare dati e numeri. Quanto vale l’economia di tutto il comprensorio apuoversiliese, che può essere fortemente danneggiata da un’accelerazione dell’erosione, potenzialmente sviluppabile dall’ampliamento del porto di Carrara, e quanto può produrre il porto dopo l’ampliamento». Così ha chiesto e ricordato più volte Orietta Colacicco, presidente dei Paladini Apuoversiliesi riuniti in assemblea, rivolgendosi direttamente all’ingegner Francesco Messineo, presidente dell’Autorità Portuale di Carrara. Secondo i Paladini non è soltanto in gioco l’economia turistica e balneare della zona, ma anche tutto il patrimonio immobiliare dei residenti e delle centinaia e migliaia di non residenti che qui hanno investito, «perché – spiega Orietta Colacicco – se l’erosione avanza e sparisce la spiaggia, si perderebbe proprio il senso dell’offerta di questo tipo di vacanza balneare: turismo familiare, radicato da decenni, adatto ai bambini proprio per i fondali bassi, quegli stessi fondali che proprio producono problema al porto». Umberto Donati, vice presidente dei Paladini ha ricordato che Fabrizio Morelli segretario dell’autorità portuale regionale ha sottolineato che “non si costruiscono porti in costa bassa”. Quindi, secondo i Paladini il porto é un non senso. Il professor Giovanni Sarti, coordinatore del Forunm del mare ospitato a Forte dei Marmi, ha aggiunto che «mancano dati, non si conosce la portata dei sedimenti portati, come del resto non si hanno dati sull’intera costa, là dove andrebbe costruita una banca dati indispensabili per la valutazione dell’intero sistema».