Viareggio, 28 maggio 2013 - Nella corsa "retrorunning" delle elezioni comunali Leonardo Betti e il centrosinistra hanno perso per strada meno elettori di tutti gli altri 12 contendenti, e col distacco inflitto a Antonio Cima del centrodestra veleggiano ora piuttosto tranquilli verso il ballottaggio. Ma non è detta l’ultima parola. Mentre emerge un dato eclatante, omogeneo però al resto d’Italia: la disfatta dei grillini. Non sorprende invece il mancanto raggiungimento del quorum del 3% da parte della maggior parte delle liste civiche, mentre molti credevano in un maggior successo di Massimiliano Baldini del Movimento cittadini (che pure ha ottenuto una gran messe di voti come Rossella Martina) e resta sorprendente il recupero dei voti del passato in carico all’Udc da parte di Paolo Spadaccini con Viareggio popolare, visto che alle ultime politiche il partito di Casini era scivolato attorno all’1%.

IN CITTA’ ha votato solo il 52,7%, 27.973 votanti su 53.056 aventi diritto, che farebbero dell’astensionismo il primo partito se avessero dignità di registrazione. Peggio di Viareggio, in tutta Italia, la disaffezione media in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, dove nel comunello di Dinami l’affluenza s’è fermata al 42,3%. E’ dunque l’astensionismo che ha deciso i rapporti di forza usciti dalle urne. Il dato finale ufficioso arrivato ieri notte un quarto all’una consente di affermare che Betti conquista il 42,1% e sembra aver riportato la coalizione ai tempi di Marcucci, che nel 2003 aveva preso il 42,8%: ma i voti assoluti di Marcucci furono 13.944, quelli di Betti ieri 11.351. Cima si ferma al 19,2% con 5.191 voti, con Volpe che ne aveva avuti 9.883 nel 2003. Alle ultime amministrative, abbinate alle politiche, i voti assoluti dei candidati di centrodestra e centrosinistra, col 25% in più di elettori, erano stati rispettivamente 18.284 (45,6%) e 11.462 (28,6%). Si noti come i pochi voti in più di di Palestini nel 2008 pesassero tanto meno della percentuale di Betti ieri. Questo non significa sminuire l’indiscutibile successo di Betti, ma indica assai bene l’effetto dell’astensionismo tra chi ha trattenuto più elettori e chi non è riuscito a smuoverli da casa. Significa anche che il vincitore del ballottaggio, tra due settimane, dovrà lavorare per rendersi rappresentativo anche di chi non è andato alle urne.

LO STESSO ragionamento riguarda ovviamente i partiti che esistevano anche nelle consultazioni precedenti. Per esempio il Pd ieri ha avuto 5.885 voti, ma erano 8.874 nel 2008 e 6.238 coi Ds nel 2003 (cui vanno aggiunti i 1.454 della Margherita, per un totale di 7.692). Il Pdl invece s’è fermato a 3.981 voti: furono ben 12.105 nel 2008, e nel 2003, sommando Fi e An, 7.476. Ciò conferma che nell’arretramento generale il Pd ha retto più di tutti, ma ha perso comunque consensi assoluti. Anche in questo caso non si intende sminuire la vittoria, ma spiegare il fenomeno del flusso elettorale. Col 24,9% infatti il Pd è tornato a essere il primo partito cittadino.
VA SOTTOLINEATO anche che W l’Italia (cioè Fli) con lo 0,7%, Movimento nuovo mondo con lo 0,7%, Insieme per cambiare con l’1,2%, Scelta civica con l’1,1%, Per un futuro possibile con l’1,7%, Idea Viareggio con lo 0,5%, e Libertà e moralità cristiana con lo 0, 8%, non hanno raggiunto il quorum del 3% e quindi non solo non parteciperanno al conteggio per l’attribuzione dei seggi e non entreranno in consiglio comunale, ma nemmeno potranno partecipare ad eventuali apparentamenti per il ballottaggio (cosa possibile invece per la Per Torre del Lago che va al 3,2%). La loro corsa finisce qui, e va aggiunto: come era largamente prevedibile.
ECLATANTE il tracollo del M5S che alle politiche di febbraio, col 28,9% e 10.814 voti, era diventato il primo partito a Viareggio. Ieri sono precipitati al 12,6% con 2.981 voti, ma i grilli versiliesi, di fronte a un dato omogeneo in tutta Italia, possono anche non recitare il mea culpa: coi comportamenti nazionali hanno rigettato molti voti degli scontenti di destra e di sinistra che avevano intercettato. Possono invece festeggiare Rossella Martina (5,6% e 4,6% la lista) e Massimiliano Baldini (5,9% e 5,7% la lista); come pure Fds (5%) e Sel (5,8%) che con maggiori certezze siederanno in consiglio comunale. E’ anche vero però che l’avvocato Baldini aveva sperato in un’affermazione ancora superiore. E poi ci sono i 1.221 voti (5,2%) di Viva Viareggio Viva, la lista civica degli imprenditori pro Betti che arriva allo stesso livello delle due formazioni della sinistra radicale: sarà interessante vedere i comportamenti dei tre gruppi quando in consiglio comunale arriveranno provvedimenti sul Parco e soprattutto sulle aziende nel Parco, come i pub del viale Europa. Deludente invece il risultato dell’Idv (1,2%), e di Psi-Psdi legati ai nostalgici (1,3%). Per concludere con la lista «civica» di Paolo Spadaccini, in realtà l’Udc sotto «mentite spoglie»: ma il politico torrelaghese, col 3,7% (3,8% la lista), ha risollevato i cattolici verso i suffragi di un tempo, che erano quasi spariti nel febbraio scorso. C’è già un ipotesi (dubbia) di consiglio comunale se vince Betti: Pd 10, Vvv 1, Sel 2, Fds 1, Pdl 4 (o 6), M5S 4 (o 2), Martina e Baldini.