Generazione democratica s’è alleata con Dati. Il candidato sindaco, come previsto, è Poletti

Il patto dei quarantenni sembra mandare definitivamente in soffitta la vecchia guardia

Giuseppe Dati e Antonio Mazzeo

Giuseppe Dati e Antonio Mazzeo

Viareggio, 5 marzo 2015 -  LUCA Poletti è il candidato sindaco del Pd. L’assemblea del partito, finita a tarda notte, in realtà è durata pochissimo: l’introduzione di Beppe Dati; e l’annuncio da parte dell’ex sindaco Leonardo Betti che Generazione democratica, la corrente più numerosa, appoggiava le scelte del commissario. Fine dei giochi. Dati ha gestito l’assemblea come il vecchio avvocato che in udienza non fa domande di cui non conosca già le risposte. Al «giudice», Antonio Mazzeo responsabile organizzativo del Pd regionale, non è rimasto che prendere atto delle prove dibattimentali e incoronare Poletti che, tranquillo, ha assistito tutta la sera dall’ultima fila. L’accordo tra Dati e Betti-Romanini mette così in soffitta la vecchia guardia del Pd, come un baule di vestiti usati. Resta da capire se prima o poi torneranno di moda.

PUR tra tanti interventi critici e contestazioni, come avvenuto da parte di Fabrizio Manfredi e Stefano Maestrelli, gli interventi decisivi, interessanti, sono apparsi quattro: Dati, Betti, Palestini, Nicoletti. Alla fine Mazzeo non solo ha confermato la scelta di Poletti, ma affrontando il problema dei pacchi di tessere agitati per tutta la serata, ha fatto capire che la segreteria regionale metterà mano anche a questa faccenda. Taluni hanno interpretato l’intervento come l’annuncio che il Pd viareggino resterà commissariato a lungo anche dopo le elezioni comunali. Inutili, durante il dibattito, lo show di Giuseppe De Stefano di Lab Dem a sostegno di Giorgio Del Ghingaro, e la consegna da parte di Marzio Francesconi, unico difensore della senatrice Manuela Granaiola più volte criticata, di 40 firme raccolte tra i fans dell’ex sindaco capannorese, prima fra tutti proprio Granaiola.

DATI ha esordito ricordando che il Pd non è un comitato per le primarie dove il sindaco decide giunta e programmi. E addossando le colpe del dissesto a Lunardini, ha assolto Betti «che ha fatto chiarezza nei conti e ha dovuto mettere in bilancio un assestamento di 10 milioni (post commissariamento Mannino; Ndr) e poi un disavanzo di 53 milioni senza contare le partecipate». Però ha ammesso che il Pd non è stato in grado di garantire la governabilità, ma si è scagliato contro Lab Dem: «In 15 giorni hanno cambiato posizione 4 volte, e stasera presentano le firme per Del Ghingaro. Che autorevolezza dà Lab Dem al Pd? Anteporre l’io al noi è la fine della democrazia, invece qua viene prima la città, poi il Pd, e infine le persone».

A SOSTEGNO di Poletti, Dati ha ricordato il suo non coinvolgimento con la crisi del Pd viareggino, e la sensibilità verso aziende e famiglie che nasce dal suo essere un operaio diventato piccolo artigiano. Scontata, infine, la polemica con Granaiola e Martina che appoggiano Del Ghingaro. E, sorprendendo solo gli ingenui, a quel punto Leonardo Betti è intervenuto chiaro: «Il mio gruppo e io non entriamo nell’arena dei nomi, scelga Dati coi vertici regionali». Perché questa mossa? I maligni del giorno dopo insinuano che ci sia qualche ricompensa promessa. Altri che Gd punti così a confermare le cariche rimaste: Borin, Guidi e Mazza nelle partecipate. Ma, col dissesto in corso, anche se vince Poletti, davvero le promesse di oggi potranno essere mantenute domani? Si vedrà.

DEGNA di nota, anche perché proveniente da uno dei migliori assessori comunali dell’ultimo ventennio, la presa di posizione di Antonio Nicoletti. Era stato l’assessore-sceriffo della giunta Marcucci, uno dei primi a sinistra a intuire l’allarme sicurezza tra la popolazione. E anche stavolta ha usato il fiuto del cane di razza: «Stiamo attenti che la gente è stufa. Crede alla candidatura Del Ghingaro perché è una faccia nuova. La gente è stufa dei soliti volti e delle solite storie, vuole un rinnovamento chiaro. Ed è per questo che io, pur appartenendo a un’altra generazione, appoggio la scelta di Luca Poletti fatta dal commissario Dati». Il candidato è edotto: se ha bisogno di un buon assessore alla polizia municipale e alla protezione civile, ce l’ha in casa. Usato sì, ma usato sicuro.