Affitti e tasse insopportabili, il salotto buono alza bandiera bianca

La Passeggiata ha toccato il fondo. La locazione 650% in più della concessione. Poi suolo pubblico, rifiuti e tante altre gabelle

La Passeggiata

La Passeggiata

Viareggio, 24 settembre 2014 - «ABBIAMO toccato il fondo, adesso il Comune deve riscrivere le regole». Centoquarantasette attività, che sfilano una accanto all’altra lungo la Passeggiata. Di queste solo ventisette sono gestite direttamente dai titolari delle concessioni, gli altri centoventi gestori pagano un contratto d’affitto. O almeno ci provano. Perché «non siamo più nella condizione di sostenerlo — spiega Federico La Ferla referente dei pubblici esercizi della Passaggiata per Confcommercio —. Di questo passo saremo costretti ad andarcene, a svendere le attività al primo acquirente che passa. Anzi se qualcuno è intenzionato a farsi avanti...» provoca, o forse no, il titolare della gelateria Orsi.

DALL’ULTIMO censimento risultano sedici i fondi sfitti, vuoti e impolverati sulla promenade Liberty, quella delle boutique che incantava le signore col cappello. Convertita per lo più in negozi a buon mercato, che pagano però la concorrenza delle griffe low cost disseminate tra Pisa e Firenze e la migrazione di potenziali clienti. «C’è stato un tempo — prosegue La Ferla — in cui i nuovi acquirenti aiutavano perfino gli ex gestori a sbaraccare l’attività e gli pagavano pure il trasloco per aprire il più in fretta possibile. Oggi invece non si fa più avanti nessuno, i fondi restano chiusi».

BASTA fare due conti e un esempio per capire il perché. Il concessionario del fondo del bar Orsi versa al Comune per la tassa di concessione 11mila euro all’anno. La Ferla paga al concessionario 72mila euro d’affitto all’anno; circa il 650% in più. Qualcuno chiama questa differenza «rendita di posizione». E se ne sente spesso parlare, accostata al verbo «lottare», nei refrain della sinistra da campagna elettorale. «E a questa spesa — prosegue La Ferla — vanno aggiunti 12mila euro di suolo pubblico, 23 mila di corrente elettrica e 6mila euro per la tassa sui rifiuti...» In un anno si sfiorano i 100mila euro per i costi di gestione dell’attività, e parallelamente la città si svuota, il turismo langue, i viareggini sono sempre più poveri. «Poi mettici un’estate nera, cinque giorni di divieto di balneazione e per metà piovosa. Ecco — aggiunge — questo basta per mandare a gambe all’aria il bilancio di un’attività. Ma cosa può interessare di tutto questo, della crisi di una Viareggio che non è più quella di vent’anni fa, ai concessionari, molti dei quali non vivono nemmeno in città?». Niente. «Non abbiamo potere di contrattazione, l’unica cosa che possiamo fare è chiedere al vero proprietario di casa, al Comune, di cambiare le regole». Di un gioco che oggi porta al massacro decine di imprenditori. «Se il comune decidesse di aumentare le tariffe delle concessioni, per contratto il 10% del canone complessivo dovremmo pagarlo noi», una clausola che mano a mano è stata inserita in quasi tutti i contratti d’affitto. Una tegola insopportabile. «Per questo chiediamo all’amministrazione un radicale cambio di passo, che imponga un limite agli affitti. Che si ispiri al principio contenuto nel capitolato del 1939, secondo il quale il titolare della concessione doveva essere anche gestore dell’attività, ma in forma più moderna». E se l’aspettano dall’amministrazione gli imprenditori della Passeggiata «era uno dei punti del programma in campagna elettorale. Sappiamo che non sarà facile trovare una soluzione che metta d’accordo pubblico e privato. Ma è l’unica strada possibile: si convochino in fretta i concessionari e si trovi il modo di uscire da questa spirale». Che giorno dopo giorno inghiotte, anche, posti di lavoro. Camerieri, baristi, addette alle pulizie, aiuto cuochi... L’unico risparmio che gli imprenditori possono attuare è quello sul personale, un costo che però si ripercuote su una città dove l’occupazione — in particolare tra i giovani — è ai minimi storici.