Overdose di Franco Panariello, il pm chiede una dura condanna

La sentenza slitta a martedì. I difensori puntano all’assoluzione

Franco Panariello aveva 50 anni. E’ deceduto su una panchina di Citta’ Giardino la sera del 27 dicembre 2011

Franco Panariello aveva 50 anni. E’ deceduto su una panchina di Citta’ Giardino la sera del 27 dicembre 2011

Viareggio, 27 aprile 2016 - SARA’ emessa martedì mattina alle 9 la sentenza sul caso Franco Panariello, il cinquantenne fratello del comico Giorgio, deceduto il 27 dicembre del 2011 per un’overdose. Ieri in Tribunale a Lucca dinanzi al giudice monocratico Nidia Genovese, il Pm Sara Polino (le indagini erano state condotte dal sostituto procuratore Giuseppe Amodeo) ha chiesto una condanna di un anno e 4 mesi nei confronti dell’unico imputato rimasto a giudizio, Stefano Simoncini, 38 anni di Pietrasanta, accusato di omissione di soccorso.

Il Pm Sara Polino nella sua requisitoria ha detto che durante le varie sedute è stata dimostrata la sussistenza delle prove a carico dell’imputato per il quale ha chiesto una pena piuttosto alta. L’avvocato di parte civile Cristiano Baroni ha calcato ancor di più la mano sottolineando «il livello di abiezione morale di questo gruppo di amici che ha coinvolto il Panariello quando lui era già uscito dal tunnel della droga». Lo stesso avvocato Baroni ha preannunciato che l’eventuale risarcimento danni sarà devoluto dalla famiglia Panariello in beneficenza alla comunità di recupero Exodus di don Mazzi e al Movimento Qualità per la vita di Massa, ente tutelato in giudizio dall’avvocato Debora Ianniello.

I LEGALI difensori dell’imputato, invece, gli avvocati Maurizio Dalla Casa e Tiziana Pedonese hanno chiesto l’assoluzione per il loro assistito perché il fatto non sussiste, vale a dire perché non c’è stata omissione di soccorso, oppure in subordine l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato.

Gli avvocati Dalla Casa e Pedonese, nelle loro arringhe difensive, hanno rimarcato il fatto che «non c’è certezza sulla causa della morte che potrebbe essere stata determinata da uno shock anafilattico o da un sovradosaggio di bupropione. In ogni caso la morte avviene in tempi rapidissimi. Del resto anche il medico legale della Procura, il dottor Stefano Pierotti, ha detto in aula che non è scontato che il Panariello poteva essere salvato con un intervento più tempestivo, visto che la sua morte va collocata in un arco di tempo che oscilla tra un minuto e un’ora da quando si è fatta l’iniezione». Gli avvocati Dalla Casa e Pedonese hanno anche fatto emergere che il Simoncini non ha fatto omissione di soccorso: «E’ stato praticato un massaggio cardiaco ed è stata chiamata un’ambulanza. I tre amici – hanno concluso – sono rimasti con lui fino in fondo e si sono allontanati solo quando è arrivata l’ambulanza. Una serie di comportamenti che dimostrano che non c’era volontà di non soccorrerlo».