Venerdì 19 Aprile 2024

Crollano i pasti consumati a scuola; «E’ colpa dello sciopero del panino»

L’aut aut di Asp: «Dovremo aumentare i costi o tagliare il servizio»

A MENSA Sono visibilmente calate richieste di pasti a scuola. Per l’Asp è colpa dello sciopero del panino

A MENSA Sono visibilmente calate richieste di pasti a scuola. Per l’Asp è colpa dello sciopero del panino

di MARTINA DEL CHICCA

SCUOLA alla frutta. Dopo lo scuolabus, anche il servizio di refezione scolastica ora traballa. Con l’aumento delle tariffe (fino a 1euro e 10 centesimi a pasto per la fascia Isee più alta) e lo ‘sciopero del panino’ – nato spontaneamente dalle famiglie per protestare contro i rincari – Asp, da novembre ad oggi, ha consegnato 10mila pasti in meno di quelli previsti. «Di questo passo – è chiaro il direttore della pluriservizi Marco Franciosi (nella foto) – saremo costretti a chiudere definitivamente il servizio – una minaccia che si ripercuote sulla possibilità per le scuole di fare il tempo pieno – O ad aumentare ulteriormente i costi, per coprire le spese che il Comune non può sostenere». Ce lo ribadisce quando gli chiediamo chiarimenti sulla nota inviata da Asp a tutti gli istituti comprensivi della città in cui si specifica che «la nostra azienda – si legge nel documento – non intende avallare certe forme di protesta che non risolvono le problematiche economiche degli utenti e che provocano problemi economici seri e occupazionali all’interno di un servizio che per molti genitori è essenziale». Si dà tempo due mesi per tentare, con il Comune, di rivedere le fascie di riduzione e esenzione per cercare di alleggerire il carico sulle famiglie «ma questa manifestazione, pur comprensibile, sta creando seri problemi per la sostenibilità del servizio. Ci vuole un po’ di pazienza, il dissesto del Comune purtroppo ha conseguenze dirette su tutti». Capitano giorni in cui per 180 pasti stimati in una scuola, ne vengano richiesti appena 40. I bambini, d’accordo con la direzione scolastica, si arrangiano con un panino o affini; «con questi numeri il personale addetto alla mensa è in esubero», e Franciosi ne ha già parlato con i sindacati. Certo è che da novembre la stangata sui servizi scolastici ha messo in ginocchio tante famiglie , il cui bilancio si regge su equilibri davvero sottili. Giocare così dura e cruda la carta dell’aumento del costo del servizio, o ancora peggio quella dei licenziamenti rischia però di creare una frattura sociale insanabile. Tra genitori che hanno aderito allo sciopero del panino e quelli che non hanno aderito, tra famiglie e lavoratori, tra lavoratori e lavoratori... «Ma Asp – tiene a chiarire un punto Franciosi – è solo il gestore del servizio, e di fatto risponde agli imput del Comune. In questa fase, tutti insieme, dovremmo cercare di trovare la strada per rendere questa situazione meno pesante e difficile per tutti». E di questo si tornerà a parlare il 28 gennaio nella riunione convocata dal sub commissario Franca Rosa con tutti gli attori della scuola.

EVASIONE, un capitolo a sè. Prima che il rincaro della mense, e di tutti i servizi scolastici, diventasse effettivo (dunque ad ottobre) su 1.800 fatture emesse da Asp per la mensa 423 sono rimaste evase. Questo significa che, solo nel mese di ottobre, 1 famiglia ogni 4 (circa) non ha pagato regolarmente. «Nonostante lettere, mail, messaggi inviati ai genitori pregandoli di saldare il conto». Complessivamente nell’arco di un anno Franciosi ha calcolato circa 100mila euro di insoluti «e tutto questo monte di morosità va a pesare sul bilancio di Asp». E una domanda sorge spontanea: ma com’è possibile?