'La Lanterna', Mario spegne la luce. Mezzo secolo di vita nel ristorante

Il titolare racconta i suoi ospiti illustri. 'Il locale continuerà a vivere'

Il presidente Sandro Pertini e il senatore Paolo Barsacchi con Mario Poli della 'Lanterna'

Il presidente Sandro Pertini e il senatore Paolo Barsacchi con Mario Poli della 'Lanterna'

Viareggio, 13 febbraio 2016 - IL LUME dell’insegna della vecchia «Lanterna di Mario» – storico ristorante del Lido degli anni ruggenti – si spegne. Al suo posto aprirà, probabilmente, un altro locale (con al timone una delle figlie del vecchio titolare) ma Mario Poli, il patron, ha deciso di chiudere la sua esperienza commerciale. «A 85 anni, con i malanni alle gambe che mi porto dietro – racconta – era logico che mi facessi da parte».

Un pezzo di Lido di Camaiore e della Versilia che se ne va

«Beh, qualcosa da raccontare ce l’avrebbe davvero da raccontare la mia ‘Lanterna’... Come quel giorno che il presidente della Repubblica, Sandro Pertini, di ritorno dalla visita a Sant’Anna di Stazzema, si fermò a mangiare nel mio locale. Un uomo di una semplicità unica. Indimenticabile».

Ma «La Lanterna di Mario» era anche il locale degli artisti che si esibivano alla Bussola?

«Proprio così: basta guardare tutte le foto scattate all’interno del locale per rendersi conto di quanti personaggi che hanno fatto la storia internazionale della musica hanno mangiato nel mio locale, da Mina a Renato Zero, a Carosone. Un’infinità. Per loro ero un punto di riferimento: dicevano che ‘qui si mangia da Dio’».

«La Lanterna di Mario» è stato il suo fiore all’occhiello...

«Il locale è stato la mia vita: oltre mezzo secolo di attività, ma con tante esperienze all’estero, sopratutto in Germania anche se il primo locale, con mio fratello Bruno (scomparso anni fa: Bruno Poli della ‘Cantina’ n.d.r.) lo avevano aperto sul viale Colombo, proprio di fronte al Cavalluccio Marino quando io non ero ancora maggiorenne. Avevo lavorato come cameriere da Tito del Molo e poi anche in un locale di Beneforti e Bernardini, due personaggi che hanno fatto grande la Versilia negli anni d’oro».

Ma Mario Poli non è stato solo un ristoratore da copertina?

«Non mi sono mai tirato indietro quando c’era da fare qualcosa per Lido di Camaiore e per il Comune. Una volta, un gruppo di politici venne da me per chiedere una ‘spinta’ con una telefonata a Roma ad un grosso personaggio per sostenere la richiesta di finanziamento per la realizzazione del cavalcaferrovia sulla via Italica».

Come andò a finire?

«Che poi i soldi arrivarono e il Comune ebbe finalmente il cavalcaferrovia. Ma anche in altre iniziative non mi sono mai sottratto all’impegno civile visto che ha fatto parte per molti anni del direttivo dei commercianti e della delegazione provinciale della ristorazione».

Ma anche lo sport è stata una grande passione?

«Ripeto: ho cercato sempre di mettersi a disposizione della comunuità del Lido: ho fatto parte della società del calcio, quando presidente era Armando Cerri e sono stato sponsor della squadra del ciclismo del Versilia per un certo periodo. Poi per il Gran Premio ‘Città di Camaiore’ sono stato a lungo uno dei sostenitori tanto è vero che c’era un traguardo volante di fronte alla sede del mio ristorante».

Un ultimo pensiero?

«Ho lavorato sempre con grande passione: il segreto per rimanere fino a 85 anni al pezzo è proprio questo».

G.L.