L'Evangelo, la contestata e suggestiva storia di Gesù: "A Viareggio le rivelazioni della veggente"

In una lunga intervista al Giornale torna alla ribalta la storia di Maria Valtorta che raccontò con dovizia di particolari quella che disse esere la storia del Nazzareno

Maria Valtorta

Maria Valtorta

Viareggio, 26 agosto 2014 - La storia di una veggente, di una donna che per quattro anni, dal 1943 al '47, ininterrottamente ha 'visto' e descritto per filo e per segno la vita di Gesù: dall'infanzia, alla predicazione, ai miracoli, alla passione, alla morte, alla resurrezione. Questa donna, nata nel 1897 a Caserta e morta nel 1961 a Viareggio, si chiamava Maria Valtorta. In questi giorni Il Giornale ne ha ripercorso la storia con una lunga intervista a Emilio Pisani, 79 anni, curatore ed editore unico dell'Evangelo, l'opera monumentale - 10 volumi per un totale di 5mila pagine - della veggente, dove, con dovizia di particolari la donna, in uno stato di ascesi mistica, racconta, come la vedesse scorrere davanti ai suoi occhi, la vita del Nazareno.

L'Evangelo dal 1956 a oggi è stato tradotto in una trentina di lingue tra cui l'arabo, il cinese, il coreano, il giapponese, il russo, il lituano, l'ucraino, il croato, l'indonesiano, il vietnamita, il malayalam, il tamil, il rwandese e lo swahili. Pisani, oltre ad essere l'unico editore dell'opera della Valtorta è anche il fondatore del Cev, il Centro editoriale valtortiano che amministra l'eredità materiale e spirituale della veggente e che ha acquistato dai Servi di Maria la sua casa di Viareggio, ora trasformata in museo. Nell'intervista al Giornale, Pisani racconta il suo rapporto con Maria Valtorta: "Andai a trovarla a Viareggio, dove il Venerdì santo del 1943 ebbe la prima rivelazione e il primo dettato. Diceva di vedere Gesù e Maria accanto a sé e di essere stata fisicamente presente agli episodi narrati nei Vangeli. Leggendo la sua Autobiografia, mi ero convinto che fosse una grande donna".

Alla domanda "Ma che ha di speciale L' Evangelo?" Pisani non esita a rispondere: "Introduce personaggi e racconti che nei Vangeli sinottici non appaiono. In quegli scritti ci sono figure sconosciute, come Giovanni di Endor, ex ergastolano, e Sintica, schiava greca assai colta, convertiti al cristianesimo. Per una delazione di Giuda al sinedrio, vengono esiliati ad Antiochia, da dove inviano lettere al Nazareno in cui descrivono la città della Siria con immagini e toponimi che hanno sbalordito lo studioso francese Jean-François Lavère e il mineralogista Vittorio Tredici. Quest'ultimo era di casa in Palestina e annotò come la Valtorta superasse “la normale cognizione geografica o panoramica” facendola diventare “addirittura topografica e più ancora geologica". Insomma, un'opera, quella della Valtorta, che non lascia indifferenti e suscita sempre appassionate reazioni.