Venerdì 19 Aprile 2024

Gli orchi insospettabili

Marco Buticchi

QUALCUNO riuscirà persino a tirare in ballo Internet, girone infernale ove s’incontrano le peggiori pulsioni umane. La Rete è solo una piazza. E in ogni piazza italiana ci sono un fornaio, un negozio di scarpe, gente che dibatte di calcio e del governo. Ma anche chi vende la ‘roba’ e chi adesca ragazzini offrendo caramelle. Le nonne ci dicevano di non accettarle mai, così come ogni genitore dovrebbe vigilare sulle frequentazioni dei propri figli, ammonendoli che la distanza tra reale e virtuale è assai più breve di quanto appaia, se l’orco è in agguato. A stupirci, in questa ennesima vergogna, è che tra i distributori di moderne caramelle, ci siano un prete, un vigile e un allenatore di calcio. Se non ci fosse da piangere parrebbe l’inizio della solita barzelletta sciocca.

Ma ahimè, così non è. La drammatica inversione dei ruoli fa paura. Le nostre quotidiane azioni sono costellate di atti di fiducia: in ogni istante ci affidiamo e affidiamo la vita dei nostri cari a un autista di autobus, un pilota d’aereo, un insegnante. Che dire quando il crollo avviene nei pilastri più saldi? Esortiamo i nostri ragazzi a frequentare palestre e campi sportivi per crescere sani e con la mente sgombra dalle ombre; li invogliamo a credere, perché, comunque la si pensi, ogni credo si basa su principi di fratellanza e di onestà; indichiamo loro le istituzioni come rifugio nel quale ripararsi contro le ingiustizie. Adesso come faremo a raccontare che un ministro di Dio, un rappresentante della legge e un tutore dell’educazione erano il centro del male? Non credo che questi sporcaccioni – quando sarà confermato che sporcaccioni sono – si renderanno conto del male che hanno fatto a dei minori indotti a vendersi anzitutto, ma anche a tutti quei giovani che ascoltano i nostri consigli, osservano i nostri esempi, ai quali continuiamo a raccontare che «ai nostri tempi…».

 

ECCO dove finiscono i nostri tempi: nell’eredità di un debito insanabile, nello Stato che arranca e nella malattia che lede persino i punti cardine. Nella mia (nostra?) giovinezza erano sufficienti motivazioni meno scottanti per scendere in piazza. Mi auguro che i nostri ragazzi lo facciano, anche se in una piazza virtuale, e reclamino il rispetto dovuto… Soprattutto dalle istituzioni e da chi dovrà indicare loro l’avvenire, sorvegliandolo sino a che non saranno in grado di riconoscere gli orchi ovunque stiano nascosti.