Riapre al pubblico la camera da letto di Puccini

La stanza del maestro restaurata con gli arredi originali del 1905

La nipote di Giacomo Puccini, Simonetta, nella camera da letto del Maestro

La nipote di Giacomo Puccini, Simonetta, nella camera da letto del Maestro

Torre del Lago, 5 settembre 2015 - E’ stata la sua casa prediletta, quella. Giacomo Puccini era arrivato a Torre del Lago nel 1891, ma soltanto nel 1900 fu inaugurata questa villa dove sorgeva la torre di guardia della tenuta arciducale. Allora il piazzale di cemento non esisteva e le acque del lago arrivavano a lambire il palazzo, circondato dal verde della natura: per mantenere questa continuità cromatica e allinearsi con l’ambiente, evidentemente, il maestro scelse il colore verde anche per la propria camera da letto, al primo piano, con ben cinque finestre che si aprivano tutto intorno rendendola un’oasi di pace e bellezza. E, di certo, d’ispirazione dato che proprio qui, dove Puccini visse fino al 1921 prima di trasferirsi a Viareggio, nacque gran parte della sua musica.

Ieri, dopo un lungo restauro partito nel 2012 per volontà della nipote, Simonetta Puccini, e dell’associazione ‘Amici della Case di Giacomo Puccini’, con il contributo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, la camera è stata di nuovo aperta al pubblico. E da oggi sarà visitabile come l’altra parte della villa che è stata recuperata, seppur a piccoli gruppi, 4 persone per volta, su prenotazione gratuita. Un enorme letto in ottone, due comodini anch’essi in ottone, un armadio, un comò, una toeletta, una scrivania, varie sedie, un’angoliera e un piccolo divano con due poltroncine: gli arredi erano «mal ridotti ma interi, così abbiamo potuto recuperarli» racconta la signora Simonetta, tagliando il nastro della camera rinnovata. Alle pareti, una tappezzeria di carta con delicati disegni anch’essi verdi, di fronte alle finestre tre meravigliosi pannelli di lino dipinto che servivano da imposte; il linoleum del pavimento – reso irrecuperabile dal tempo e dall’usura e oggi sostituito dai mattoncini rossi – era anch’esso verde marmorizzato a completare un’impostazione che il maestro stesso aveva curato, nel 1905. Nel dettaglio, come in ognuna delle sue case, aveva seguito personalmente i lavori e l’arredamento; era il suo modo di riposare dall’attività compositiva e dalla continua energia intellettuale, anche cedendo talvolta a una certa ‘accortezza’, come quando decise di recuperare per la camera una parte di mobili già esistenti, intimando al falegname di passare soltanto una mano di vernice. Verde, appunto. 

«Speriamo, in futuro, di recuperare l’intera ala del palazzo, il vano scala e le altre camere da letto, così da dare al pubblico la possibilità di visitare la casa come quando era abitata dal maestro», aggiunge Simonetta. Sottolineando l’importanza di mantenere, tuttavia, l’atmosfera intima e domestica senza cedere mai a un’impostazione prettamente museale. Perché qui vive soprattutto la memoria, che rimbalza tra le fotografie autografate, le lettere, gli schizzi e che merita di essere valorizzata e tramandata. Per farlo, però, la passione non basta, quindi l’associazione dei pucciniani lancia un appello: «Per andare avanti servono risorse, sponsor e soprattutto istituzioni si facciano avanti».