Dissesto, scuole nella bufera: rincari per gli scuolabus

Nel mirino tariffe, agevolazioni ed esenzioni / LA MANOVRA DEL COMMISSARIO / "PER PRIMA COSA PRENDERO' VISIONE DEI PROBLEMI ESISTENTI"

Valerio Massimo Romeo

Valerio Massimo Romeo

Viareggio, 30 ottobre 2014 - La revisione delle tariffe dei servizi scolastici causa dissesto sarà un’impresa ardua. Il dirigente Franco Allegretti, incaricato di rivedere la materia in vista dell’aumento a carico delle famiglie, non riesce ancora a far combaciare i conti con quelli della responsabile del settore materne e nidi, Roberta Baldini. Non si sa come andrà a finire. Ci sono due sole certezze: il servizio scuolabus rincarerà molto, teoricamente potrebbe anche triplicare. E le tariffe piene, da anni, sono pagate solo da un terzo delle famiglie viareggine con figli in età scolastica. Un terzo gode di agevolazioni, e un terzo ha l’esenzione totale. Viareggio, accanto alla maxi evasione pluriennale del tributi locali (circa il 30% accertato ma non riscosso dal 2008 a oggi), si manifesta come una città di poveracci. Forse troppi, rispetto alle auto che si vedono in giro.

Ci vorrà rispetto per le famiglie veramente in difficoltà. Non per i furbetti che potrebbero emergere da controlli mai fatti. Alcuni servizi scolastici sono già coperti ben oltre la soglia minima del 36% imposta dal Tuel ai comuni dissestati. E’ il caso della refezione scolastica, in cui il pasto giornaliero costa circa 4,50 euro a bambino almeno nel caso che la famiglia non abbia agevolazioni né esenzioni. La mensa costa circa 2 milioni di euro l’anno, coperti dalle tariffe per il 40-50% del costo.

Invece il servizio scuolabus costa circa 600 mila euro l’anno e il bambino a tariffa piena paga 25 euro al mese. Gli esenti nulla, gli agevolati hanno una vasta scalatura tariffaria basata sul reddito Isee delle famiglie. La riscossione copre circa il 12% del servizio, e quindi in teoria per arrivare al 36% la tariffa di chi la paga potrebbe anche triplicare a 75 euro. Ma è solo teoria, niente paura. L’esercizio delle scuole materne, oggi nella bufera economica, costa al comune circa 2,5 milioni l’anno. Quello degli asili nido 3 milioni e mezzo. Sono tutte cifre all’ingrosso, indicate dai vertici del settore. La scuola materna è gratis, l’asilo nido costa alle famiglie che pagano la tariffa piena circa 300 euro al mese. Anche in questo caso, più o meno, un terzo delle famiglie paga tutto, un terzo ha le varie agevolazioni, un terzo è esente. Le molte tariffe sviluppate nel corso degli anni sono oggi un mare in tempesta.

Adesso l’amministrazione commissariale dovrà rivedere molte cose. Il Tuel impone che i servizi siano coperti almeno per il 36% dalle tariffe. Ma sempre il Tuel specifica che il 36% deve valere per il costo complessivo dei servizi settoriali: uno può essere di più, uno di meno, il totale va coperto al 36%. E siccome la mensa è già ben oltre, tale esborso potrebbe contemperare gli aumenti dei settori sotto al 36%. Nulla da fare invece per gli scuolabus: la tariffa dovrà aumentare per forza. Ma non è escluso che l’amministrazione commissariale vada anche a ritoccare esenzioni e agevolazioni. Vabbè che i redditi Isee sono certirficati dai Caf, ma in questi anni sono stati fatti controlli reali, o la situazione è la stessa delle tasse evase e mai riscosse dalla Patrimonio?

Nel mirino della spending review potrebbero finire anche il centro documentario famiglie-bambini del Bicchio, e il centro Immaginaria, che in comune dicono siano scarsissimamente frequentati. Bisogna capire se i servizi pubblici devono dare appunto servizi ai cittadini, o se sono mere ragioni per stipendiare dipendenti pubblici che sarebbe meglio impiegare altrove. Tant’è che in municipio c’è chi vorrebbe trasformare queste due strutture in biblioteche, e dirottare ad altre mansioni la maggior parte del personale. Siamo tutti curiosi di vedere che farà il commissario Romeo coi suoi due aiutanti.