Giovedì 18 Aprile 2024

"La Patrimonio non paga i salari": già un pignoramento dei creditori

Allarme della Cgil: il Comune non versa più i bonifici del contratto

VERSO IL DISASTRO Una scena dell’ultimo sciopero dei dipendenti della Patrimonio, prima del dissesto

VERSO IL DISASTRO Una scena dell’ultimo sciopero dei dipendenti della Patrimonio, prima del dissesto

Viareggio, 25 gennaio 2015 - DAL 2012 nessuno prende decisioni sul sistema delle partecipate e ora sta per esplodere il bubbone. E il pus appesterà tutto e tutti. A cominciare dalla Patrimonio Srl dove Michele Massari, segretario provinciale della Cgil funzione pubblica, lancia l’allarme: «Dal comune non sono arrivati bonifici e pertanto il 26 gennaio non saranno pagati gli stipendi, nonostante le rassicurazioni avute in Prefettura». E’ la situazione analoga a quella della Fondazione Puccini, che non può pagare gli stipendi al personale.

L’EMERGENZA della Patrimonio è ora anche più grave di quella lasciata dalla giunta Betti: perdurando l’assenza di decisioni strutturali e strategiche, l’amministratore è inerme, con le mani legate. Anche dalle ingiunzioni. Vale la pena ricordare che Gian Luca Ruglioni fu chiamato dall’ex assessore Alessandro Caprili per trasformare la «Guazzabuglio Srl» dell’era Marcucci-Lunardini in società della riscossione, scorporandone la gestione servizi. Quella gestione che, sotto la giunta Lunardini, aveva provocato i ben noti debiti fuori bilancio del comune, dei quali evidentemente nessun organismo dello Stato si sta occupando (e, a quanto si sente dire, mai si occuperà, nemmeno di tutto il resto: todos caballeros, olè). Ma Caprili fu cacciato, e nulla è stato fatto: neanche nei mesi dell’amministrazione commissariale. Così, recentemente, sono avvenuti due fatti. Uno ordinario: la Patrimonio ha versato al comune circa 700 mila euro di imposte e diritti riscossi. E uno straordinario: un creditore, che vantava un enorme arretrato per l’affitto di un immobile, ha ottenuto dal giudice prima un decreto ingiuntivo, e poi un pignoramento presso terzi di somme a credito della Patrimonio, che l’imprenditore sta incassando a pareggio del suo credito anche questo sui 600 mila euro o più. Nella fattispecie, il pignoramento è avvenuto presso Sea, ovviamente non per colpa di Sea, che doveva saldare fatture pregresse alla Patrimonio e invece sta facendo o farà il versamento di quelle somme al creditore pignoratore, come ordinato dalla magistratura.

TUTTO questo accade perché, ora come nella fase di pre dissesto della giunta Betti, il comune non onora il contratto di servizio con la Patrimonio la quale, non ricevendo le somme per il proprio funzionamento, accumula debiti coi fornitori. A quanto pare la norma del Tuel che congela decreti ingiuntivi e azioni forzose nei confronti del comune dissestato, almeno fino all’approvazione del bilancio strutturalmente riequilibrato, e alla redazione della massa debitoria e attiva da parte dell’organismo straordinario di liquidazione che non viene nominato dal governo tramite decreto presidenziale, non si applica alle partecipate perché sono società di diritto privato. Così i creditori del comune aspettano, ma quelli delle società agiscono. E il sistema va ancor più a rotoli. Per inciso: il ritardo statale nella nomina dell’Osl sembra preludere alla volontà di lasciare la patata bollente del riequilibrio in mano al prossimo sindaco.

UNA delle conseguenze di questa inanità pubblica è che senza soldi dal comune la Patrimonio potrebbe anche non pagare gli tipendi a fine mese. Finora l’amministratore Ruglioni s’è barcamenato in vari salti mortali al trapezio per racimolare ogni mese le somme necessarie. Ma prima o poi la macchietta doveva finire e, con le promesse dello Stato, magari si fanno i rioni ma non si pagano gli stipendi. A meno che il comune non si decida a liquidare i bonifici di cui parla la Cgil.

b.n.