Delitto Iacconi, il giorno del giudizio

Il Tribunale dei minorenni emette la prima sentenza a carico del giovane accusato dell’omicidio

Corteo per Manuele Iacconi

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Viareggio, 5 ottobre 2015 -  E’ IL GIORNO del giudizio. Non quello divino ma dei «comuni» magistrati del tribunale dei minorenni di Firenze. La Giustizia emette il suo primo verdetto per la morte di Manuele Iacconi, il giovane imprenditore di Piano di Mommio – titolare con il padre di una piccola azienda meccanica a Porcari – ucciso a colpi di casco la notte di Halloween dello scorso anno da un ragazzino residente al quartiere Varignano. Nel procedimento penale rimane in sospeso la posizione di un altro minorenne e di due maggiorenni.

SUL BANCO degli imputati è seduto un diciottenne – assistito dagli avvocati Valentina Tognocchi e Giacomo Ciardelli – che all’epoca dei fatti non era ancora maggiorenne: è per questo motivo che il processo si celebra di fronte di fronte ai giudici dei «minori» fiorentini, competenti per territorio. Il ragazzo – anche nell’ultima udienza – ha ribadito di avere colpito Iacconi con il casco ma sostanzialmente ha anche sostenuto di essersi difeso da un’aggressione avvenuta dopo una discussione avvenuta nel bel mezzo della via Coppino in Darsena. Non solo: il ragazzo ha anche sostenuto che anche altre persone (un altro minorenne e un maggiorenne che rimangono indagati per il concorso nel delitto) hanno colpito Iacconi nel corso del furioso litigio trasformatosi poi in pestaggio e in tragedia. Nel corso della precedente udienza i giudici fiorentino hanno respinto la richiesta di «messa in prova» dell’imputato, formulata dai suoi legali: un no secco, dunque, all’ipotesi del congelamento del processo con l’ultiore affidamento del ragazzo alla struttura – ora si trova in provincia di Parma – dove continuare il percorso di riabilitazione dopo il delitto.

A COSA si va incontro oggi? Ad una sentenza pesante? Oppure ad una soluzione più morbida, come si auspicano i legali del giovanissimo imputato? I familiari e gli amici della vittima chiedono da tempo «semplicemente» giustizia, lo hanno fatto anche attraverso iniziative clamorose che hanno coinvolto tutta la città. L’imputato assistito dai suoi legali si ritroverà davanti ai giudici alle 9,30. Il programma della giornata prevede prima la presentazione di una relazione da parte degli assistenti che hanno seguito l’imputato negli ultimi mesi nella comunità di recupero. Poi toccherà al pm che la requisitoria e le richieste; quindi i due legali difensori. Camera di consiglio. E infine sentenza. Ma quando? A metà pomeriggio è un’ipotesi plausibile ma tutto rimane legato – come in qualsiasi processo – a come il pm argomenterà la richiesta di condanna e quale sarà la strategia dei legali dell’imputato per chiedere il minimo della pena. Ma a priori non si può neppure escludere che la sentenza possa slittare di qualche giorno, se le arringhe dei difensori dovessero protrarsi per buona parte della giornata. I familiari della vittima – trattandosi di un processo a carico di un minorenne – non hanno potuto costituirsi parte civile.