Giovedì 25 Aprile 2024

Ucciso a botte, "Col dito medio alzato ha fatto morire Manù un'altra volta"

Doppio arresto per il delitto Iacconi: i due minorenni sono stati trasferiti nei carceri minorili di Roma e Torino Due minorenni arrestati per la morte di Manuele - Per i maggiorenni respinte le misure restrittive - Il giorno triste dei funerali di Manù - Quartiere Varignano, tra Bronx e generosità

Il momento dell'arresto e il gestaccio. Nel riquadro Manuele Iacconi

Il momento dell'arresto e il gestaccio. Nel riquadro Manuele Iacconi

Viareggio, 17 dicembre 2014 - «Quel dito alzato in segno di scherno ai fotografi è stata un’altra offesa alla memoria di Manuele...». Un investigatore di vecchia data non si aspettava che uno dei minorenni – A.M., 17 anni – arrestati per la morte del giovane imprenditore trovasse il modo di mandare a quel paese il mondo intero. Nel momento in cui in auto lo accompagnavano nel carcere minorile di Roma, il giovane – seduto sul sedile posteriore dell’auto di servizio – se l’è presa in quel modo con la gente che era fuori dal commissariato in particolar modo con i fotografi. «Altro che giovane pentito di quel che ha fatto: continua a sfidare tutti e tutto» hanno commentato per tutta la giornata decine e decine di persone, sconvolte non solo per la morte di Manuele Iacconi ma anche per questa ulteriore «profanazione» della memoria, come è apparso agli occhi di migliaia di persone quel dito alzato.

Ma da ieri mattina, per i due minorenni – A.M. è stato fermato a Lido di Camaiore nell’abitazione di un familiare, M.D.R. a Viareggio al quartiere Varignano – si sono aperte le porte del carcere minorile. Resta da capire per quanto ci rimarranno visto che i loro legali stanno già preparando le istanze per il trasferimento in comunità di riabilitazione. Il primo è stato accompagnato a Roma, il secondo a Torino. Prima di Natale dovranno essere ascoltati sia dal gip che dai pm ma potrebbero avvalersi anche della facoltà di non rispondere.

Il ruolo di A.M. nell’inchiesta è quello di maggiore «peso» perché il diciassettenne – con alle spalle già qualche pestaggio sul vialone in Darsena nel corso della scorsa turbolentissima estate – ha confessato di avere colpito con il casco «trovato per strada». Ma questa sua ricostruzione è stata smentita dai fatti e dalle testimonianze documentali raccolte nel corso di un lavoro incessante dagli uomini della squadra anticrimine del commissariato. Gli inquirenti hanno ricostruito anche il ruolo «importante» del secondo minorenne: anche lui si sarebbe avventato con il casco – nel corso delle indagini della polizia ne sono stati sequestrati quattro, ora a disposizione del squadra di polizia scientifica di Roma – sia contro Manuele Iacconi che Matteo Lasurdi. E’ semmai la posizione dei due maggiorenni (anche se da poco) che non ha ancora convinto del tutto il giudice per le indagini preliminari di Lucca, visto che nei loro confronti almeno non sono stati emessi provvedimenti restrittivi nonostante fossero stati richiesti. Evidentemente non ci sono tutti quegli elementi che possano far pensare ad un coinvolgimento diretto nel pestaggio mortale di Manuele Iacconi. I due legali dei maggiorenni, Massimo Landi per Alessio Fialdini e Maria Laura Bitonte per Federico Bianchi.