Ecco la delibera del dissesto: tutto il riassunto dei debiti stratosferici

Determinante la relazione dei revisori sulla crisi di liquidità che ha bloccato l’azione amministrativa. L’elenco dei gravi ritardi

Il vicesindaco Romanini prova a trasferirsi in consiglio regionale

Il vicesindaco Romanini prova a trasferirsi in consiglio regionale

Viareggio, 26 settembre 2014 - DOMANI la troika BBS (Betti-Bertoli-Santoro) va ad Alessandria dal sindaco Maria Rita Rossa a vedere come si fa il dissesto. Ma la delibera votata dal consiglio comunale piemontese il 12 luglio 2012 è già qua. E, al di là delle dovute citazioni legislative in premessa, è alquanto semplice. Come tutte le deliberazioni di questo tipo, rinvia esplicitamente alla relazione di accompagnamento redatta dai revisori dei conti, elemento fondante e probatorio della situazione economico-finanziaria che conduce al dissesto. Quella situazione che a Viareggio era nota fin dalla metà del febbraio scorso, nei numeri all’ingrosso, ma che è stata menata come in can per l’aia fino ad oggi o, per meglio dire, fino a quando è saltata la tenuta di Generazione democratica e s’è dimesso l’assessore Giovanni Giannerini, contrarissimo al dissesto, e finito fuori strada nel tentativo di fare il liquidatore della Porto Spa, nomina palesemente illegittima ai sensi del Dlgs 39/13 e degli orientamenti dell’Autorità nazionale anticorruzione. MA CHE si fa? Si ridicono le cose già scritte? Certamente: perché qua, e non solo in comune, la capacità di comprendere è scarsa quanto la memoria. Del resto, la stessa relazione dei revisori sarà quasi una fotocopia del parere rilasciato sul consuntivo 2013, e conterrà questi elementi fondamentali: il disavanzo 2013; le potenzialità passive non ancora accertate, soprattutto all’interno delle partecipate; la situazione complessiva del Gruppo pubblico locale che l’anno prossimo entrerà nel bilancio consolidato del comune; e soprattutto la drammatica situazione di cassa del municipio, soggetto a ricorrenti e ora esiziali crisi di liquidità perché non riesce a riscuotere quanto dovuto per far fronte oramai anche alle sole spese obbligatorie come gli stipendi del personale. E ALLORA, per la generazione scordona, ecco il Bignami del dissesto a grandi linee. Il disavanzo d’amministrazione certificato in bilancio ammonta a 53 milioni di euro. Il comune vanta crediti di oltre 16 milioni (altri 6 dovrebbero essere a vantaggio della Patrimonio) per i mutui fognari di Gaia, secondo quanto accertato dall’indagine della Corte dei conti sul gestore idrico. L’assessore Bertoli spera di riscuoterli in rate mensili di 200 mila euro, da girare alla Patrimonio per pagare gli stipendi ai 70 dipendenti, che ieri in assemblea hanno proclamato lo sciopero per il 6 ottobre (ieri sera Bertoli ha assicurato l’arrivo della prima tranche da Gaia, che ha ricevuto un prestito di 48 milioni dalle banche, e quindi pagherà il primo stipendio). La stessa Patrimonio ha un deficit da asseverare tra i 14 e i 17 milioni, e deve al comune 27 milioni di tasse e multe riscosse ma non riversate, per lo più usate per pagare i servizi a favore del comune, generando così debiti fuori bilancio per il comune che non ha in passato aggiornato le poste contabili. ​La stessa Patrimonio deve avere dalla Congressi Srl, in liquidazione, oltre 3 milioni di arretrati ma la giunta non si decide, nell’assemblea dei soci, a varare il passaggio della gestione balneare e congressuale (lavoratori inclusi) alla Patrimonio proprietaria di immobile e concessione del Principino, come stabilito a inizio estate in Prefettura. Anche la Porto Spa è in liquidazione ma senza liquidatore, avendo patrimonio negativo per oltre 1 milione. E alla Mover non è mai stato risolto l’aggio straordinario di 3 milioni, dell’era Lunardini, messo a bilancio ma non riversato al comune. A tutto questo si aggiungono circa 8 milioni di ulteriori potenzialità passive segnalate dai revisori, che aggraverebbero il disavanzo. E il mancato risparmio di 100 mila euro al mese dei prepensionamenti, congelati per il caso Raffaelli, e forieri di un risparmio totale di circa 10 milioni. Tuttavia sicuramente ci siamo scordati qualcosa. Perciò, caro sindaco Leonardo Betti, c’era bisogno di aspettare ancora? O vogliamo anche ricordare che l’ex assessore Caprili doveva trasformare la Patrimonio in società della riscossione ed è stato messo in condizione di andarsene? Che l’eliminazione dei centri di potere in comune era l’obiettivo di Laura Servetti, ed è stata mandata a casa? Che Gloria Puccetti voleva ridurre i costi dell’igiene del territorio, ed è stata giubilata? di BEPPE NELLI