«Alla paralisi il Distretto Floricolo». Carmazzi annuncia le dimissioni

Il presidente denuncia i campanilismi e la mancanza di risorse

FLORICOLTURA Marco Carmazzi nella sua azienda

FLORICOLTURA Marco Carmazzi nella sua azienda

Viareggio, 16 aprile 2017 - Appare piuttosto plumbeo il futuro del Distretto Floricolo Interprovinciale di Lucca e Pistoia. A meno che non venga messo definitivamente da parte il campanilismo che, fin qui, ha portato più danni che altro al comparto floricolo. E lo denuncia chiaramente il presidente dimissionario del Distretto, Marco Carmazzi: «Se vogliamo che le cose funzionino al meglio – dice – il prossimo Comitato dovrà avere la capacità di mettere da parte i campanilismi e di lavorare nell’esclusivo interesse del territorio, senza limitazioni di confine. Viareggio, dove è concentrata la produzione floricola, e Pescia, che ha una connotazione commerciale, devono trovare il modo di convivere evitando primati ed autoreferenzialismo».

MA il problema del campanilismo non è l’unico che Carmazzi ha riscontrato nei cinque anni della sua presidenza. «Sono mancate anche le risorse per attuare pienamente il mandato e la permanenza nel Distretto delle due province, rappresentate all’interno del comitato, non ha certo aiutato dopo la loro rimodellatura dal punto di vista istituzionale. Il Distretto, e di questo dobbiamo essere tutti coscienti, a partire dalla politica e dagli enti locali, non è mai stato considerato come il luogo deputato alla concertazione territoriale».

CARMAZZI ha già annunciato la sua prossima uscita di scena all’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi. «Il mio impegno adesso è di convocare il Comitato di Distretto per iniziare il nuovo percorso che dovrà convocare l’assemblea costituente del nuovo distretto – spiega – ma solo dopo l’approvazione della proposta di legge sui distretti da parte della giunta regionale e del consiglio». Il presidente uscente difende i risultati ottenuti negli ultimi tre anni con tutta una serie di azioni che vanno dall’aver modificato il processo di autoreferenzialità del mondo scientifico partendo dalle esigenze delle aziende, alla promozione con un programma di coordinamento, passando per le energie alternative con le agevolazioni per gli investimenti green e le misure del Piano di Sviluppo Rurale sul florovivaismo, settore mai menzionato prima di allora. E sul prossimo futuro le idee sono già molto chiare: «Alla luce della nuova proposta di legge sui Distretti Rurali, considerando la situazione economica e la mancanza di risorse da parte degli enti pubblici, il Distretto dovrà tenere bene presente il fatto che senza la produzione di piante e fiori, che deve rimanere centrale, non potrà esserci mercato. Si può sviluppare un’economia senza il mercato strutturale, ma non si può fare a meno del mercato reale. Il Distretto dovrà saper stimolare la competitività delle imprese».