Strage, si allungano i tempi del processo: aggiunte altre tre nuove udienze

E l’avvocato Francini chiude il cerchio per gli imputati tedeschi

Il giudice Gerardo Boragine ha aggiunto nuove date al processo

Il giudice Gerardo Boragine ha aggiunto nuove date al processo

Viareggio, 22 ottobre 2016 - SI ALLUNGANO i tempi per arrivare alla sentenza sull’incidente ferroviario del 29 giugno 2009. Il collegio giudicante (presidente il giudice Gerardo Boragine, coadiuvato dai colleghi Nidia Genovese e Valeria Marino) ha già aggiunto altre tre date al calendario che era stato concordato. E questo perché gli avvocati difensori – come in precedenza avevano fatto i Pm – hanno sforato il tempo inizialmente previsto. E così a novembre sono state aggiunte le date del 14, del 15 e del 17.

E’ ovvio che tutto questo allunga i tempi. Perché al termine delle arringhe difensive di tutti gli avvocati, il Tribunale concederà un tempo di attesa prima delle repliche dei Pm e delle altre parti processuali. Poi ci sarà la Camera di Consiglio e pertanto la sentenza potrebbe arrivare a dicembre inoltrato.

Ieri intanto l’avvocato Anna Francini ha tirato le somme di tutta la linea difensiva degli imputati tedeschi e dell’officina Jungenthal per la quale i Pm hanno chiesto una condanna di un milione di euro in quanto responsabile civile per le azioni svolte dai suoi dipendenti. Partendo proprio da queste richieste dei Pm, l’avvocato Francini ha ricordato al Tribunale quanto già sostenuto dall’avvocato Padovani, secondo cui la 231 prevista nell’ordinamento italiano non è applicabile a un’azienda straniera. «Chi lo dice – spiega l’avvocato Francini – a una società tedesca come elaborare i modelli organizzativi? Non è possibile parlare di colpa a carico della Jungenthal». Azienda per la quale l’avvocato ha chiesto – come per tutti i suoi assistiti – l’assoluzione perché il fatto non sussiste».

L’avvocato Francini ha cercato di smontare le accuse anche su ogni singolo aspetto trattato dai Pm con riferimento alla manutenzione svolta in Germania. La Francini ha contestato a lungo la tesi dell’accusa secondo la quale l’officina di Hannover non aveva l’autorizzazione a svolgere le manutenzioni. Ha invece prodotto i documenti che attestano il contrario. Ha affrontato anche questioni più specificatamente tecniche legate alle vernici, alla calibratura, ai rumori di fondo. Riguardo alla misurazione della cricca, l’avvocato Francini ha spiegato che la misura di 10 millimetri è stata fatta soltanto da un ingegnere e che gli altri hanno preso questo dato per buono. «Invece il nostro consulente Frediani ha svolto calcoli precisi stabilendo che la cricca era di appena due millimetri e perciò invisibile».