Strage di Viareggio, i parenti delle vittime: "Moretti si dimetta". E annunciano appello

I familiari riuniti il giorno dopo la sentenza. "La nostra battaglia continua" IL COMMENTO di P.F. De Robertis / FOTOSTORY Dall'incidente alla sentenza

I familiari delle vittime e uno striscione

I familiari delle vittime e uno striscione

Viareggio (Lucca), 1 febbraio 2017 - I familiari delle vittime della strage di Viareggio chiedono le dimissioni di tutti coloro che sono stati condannati nel processo di primo grado di ieri e che hanno tuttora incarichi, come Mauro Moretti (assolto come amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato ma condannato come ex amministratore delegato di Rfi, ndr). Lo hanno detto gli stessi familiari aprendo la conferenza stampa di stamani a Viareggio dopo la sentenza che ha portato alla condanna di 23 persone"Riteniamo offensive le dichiarazioni dell'avvocato di Moretti", ha detto il portavoce, Marco Piagentini.

Il pensiero sulle condanne è chiaro: "La sentenza ha sancito che i vertici delle aziende condannati avevano poteri e mezzi per intervenire e, non facendolo, hanno causato la morte di 32 persone, tra cui bambini e ragazzi.

"È moralmente inaccettabile che dopo una condanna di primo grado Mauro Moretti - dicono i familiari - sia ancora a guidare un'azienda di Stato. Ne chiediamo le dimissioni e che sia tolto a Moretti il titolo di Cavaliere del Lavoro. La politica intervenga". All'indomani del giorno più lungo, quello dell'attesa sentenza di primo grado, arrivata oltre sette anni dopo quella terribile notte del 2009, i parenti delle vittime si sono riuniti per una conferenza stampa. "La riconferma di Moretti? Un atto di arroganza. In linea con il suo comportamento: mai speso una parola per i familiari, mai venuto in aula". sottolinea Marco Piagentini.

"Il sistema ferroviario, italiano ed europeo, è stato riconosciuto responsabile di inadempienze e omissioni. E ha sancito che i vertici avevano potere di intervenire. Si chiude una prima fase ma la nostra battaglia continua per la revisione della prescrizione", hanno proseguito. 

E' stato poi annunciato il ricorso in appello contro la sentenza di condanna (c'è da ricordare che i pubblici ministeri avevano in generale chiesto pene più pesanti). "Ricorreremo in appello perché non ci basta quanto stato detto ieri. Le richieste di condanna - proseguono i parenti delle vittime della strage - della procura devono diventare complete per l'importanza dei documenti prodotti dai pm e anche dai familiari con i loro consulenti. E chiediamo a chi è imputato, se non si sente colpevole - ha aggiunto - la rinuncia alla prescrizione e di farsi giudicare in appello".

I familiari hanno anche ringraziato "la moltitudine di persone che ieri, come in tutti questi anni, è stata al nostro fianco. Ora andremo a visitare i nostri cari con uno spirito un po' più leggero e racconteremo loro come la spinta che c'è stata abbia portato alla sentenza e alle condanne". Infine, una risposta all'avvocato di Moretti che aveva parlato di "sentenza populista": "Non è una sentenza populista - dicono - ma una sentenza di giustizia arrivata dopo oltre tre anni di processo e di un lavoro immane della Procura".

E tra i commenti apparsi sul web c'è anche quello di Giorgio Panariello, versiliese quantomeno di adozione:

I CINQUE STELLE: "MORETTI SI DIMETTA" - "'La pena per Moretti? Sproporzionata'. Ricordiamo ancora bene le inaccettabili parole del ministro Delrio il 22 settembre 2016 alla trasmissione di La7 Ottoemezzo in riferimento alle richieste dei Pm verso l'ex ad di FS Moretti. Ora dopo la sentenza di primo grado ci attendiamo che il Ministro Delrio chieda scusa a tutti i cittadini, in primis ai famigliari delle vittime della strage di Viareggio e chieda comunque la revoca del suo incarico da Finmeccanica". Lo dichiarano in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato delle commissioni Trasporti ricordando che dal 2014 il M5S chiede che Finmeccanica ed Eni applichino questo principio etico. "Moretti - continuano i parlamentari M5S - pretende di non dimettersi solo perchè Finmeccanica non applica la clausola di onorabilità, in realtà dovrebbe lasciare solo per dignità Tra l'altro nel 2015 fu proprio il governo Renzi ed il ministro Padoan a respingere la proposta del Movimento 5 Stelle avanzata sin dal 2014 tramite i senatori Girotto e Castaldi affinchè affinchè fosse applicata anche in Eni e Finmeccanica la clausola di onorabilità".

LA SENTENZA - Oltre a Moretti gli altri condannati sono: Michele Elia (ex ad di Rete ferroviaria italiana) a 7 anni e 7 mesi, così come Vincenzo Soprano (ex ad di Trenitalia), il dirigente di Rfi Giulio Margarita a 6 anni e 6 mesi. Poi 6 anni a Salvatore Andronico, della Divisione Cargo; 7 anni a Mario Castaldo (Divisione Cargo); 6 anni a Giovanni Costa (Rfi); 6 anni a Giorgio Di Marco (Rfi); 6 anni ad Alvaro Fumi (Istituto sperimentale); 6 anni e 6 mesi a Emilio Maestrini (Trenitalia); 6 anni a Enzo Marzilli (Rfi); 6 anni a Francesco Favo (Rfi); 7 anni a Giuseppe Pacchioni (Cima Riparazioni); 6 anni e 6 mesi a Daniele Gobbi Frattini (Cima Riparazioni); 6 anni e 6 mesi a Paolo Pizzadini (Cima Riparazioni); 9 anni a Uwe Koennecke (Jugenthal); 9 anni e 6 mesi a Rainer Kogelheide (Gatx); 8 anni a Uwe Kriebel (Jugenthal); 9 anni e 6 mesi a Peter Linowski (Gatx); 9 anni a Johannes Mansbart (Gatx), 9 anni a Roman Mayer (Gatx); 8 anni a Andreas Schroter (Jugenthal); 8 anni a Helmut Brodel, responsabile officina revisione sale di Jugenthal.

Tra le parti civili provvisionali che vanno da 30mila euro un milione di euro a tutti i familiari che si erano costituiti parte civile ma anche alla Regione Toscana, al Comune e alla Provincia di Lucca. Gli imputati sono stati condannati, in solido fra loro, a risarcire anche le associazioni e i sindacati che si erano costituiti parte civile (da 10 a 50mila euro). Per quanto riguarda la Regione Toscana e il Comune di Lucca, la cifra verrà liquidata in un giudizio separato, mentre alla Provincia di Lucca è stata assegnata una provvisionale di 150mila euro.

Tra le sanzioni pronunciate ieri, una da 700mila euro ciascuna per Rfi e Trenitalia e di 480mila ciascuna per le società Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Officina Jugenthal Waggon. Alle stesse società, per le quali è stata riconosciuta la responsabilità dell'illecito amministrativo, applicata anche la sanzione interdittiva per un periodo di tre mesi.

GLI ASSOLTI - I giudici hanno assolto dieci dei 33 imputati per non aver commesso il fatto che sono Andreas Barth dell'Officina Jungenthal di Hannover, Andreas Carlsson, sempre della Jungenthal di Hannover, Joachim Lehmann, supervisore esterno della Jungenthal, Massimo Vighini, Calogero Di Venuta, responsabile della Direzione compartimentale di Firenze Movimento Infrastrutture, Giuseppe Farneti, sindaco revisore di Fs prima e poi di Italferr, Gilberto Galloni, ad di Fs Logistica, Angelo Pezzati, predecessore di Di Venuta, Stefano Rossi e Mario Testa. Assolto anche Mauro Moretti dai reati a lui ascritti come ad di Ferrovie e Vincenzo Soprano, limitatamente ai reati ascritti come ex dirigente di Fs. Esclusa la responsabilità per illecito amministrativo anche di Ferrovie dello Stato Spa, di Fs Logistica, di Cima Riparazione

IL FATTO - La notte del 29 giugno 2009 a Viareggio deragliò un treno merci in stazione e scatenò l'apocalisse oltre i binari: 32 morti, molti bruciati vivi all'interno delle loro abitazioni, altri consumatisi nelle settimane e nei mesi successivi in ospedale dopo enormi sofferenze. A distanza di sette anni e mezzo è stata pronunciata la prima verità processuale da parte del Collegio giudicante del Tribunale di Lucca presieduto dal giudice Gerardo Boragine, coadiuvato dai colleghi Nidia Genovese e Valeria Marino. Ci sono volute oltre 130 udienze per concludere un processo lungo ed estenuante; che vedeva alla sbarra i massimi esponenti delle ferrovie italiane, dirigenti e tecnici della multinazionale Gatx, proprietaria del carro merci e dell'officina Jungenthal, responsabile della manutenzione dell'assile che, criccato, si è spezzato alle porte dello scalo viareggino. Il deragliamento, poi il ribaltamento della prima cisterna carica di Gpl. Lo squarcio su un fianco, la fuga di gas, e una sequenza di esplosioni che a mezzanotte hanno distrutto via Ponchielli.