Oliver Stone a Pietrasanta: visita lampo in fonderia

Il regista assieme alla moglie stregato dalla Versilia

PREMIO OSCAR Oliver Stone (al centro) durante la visita a Pietrasanta

PREMIO OSCAR Oliver Stone (al centro) durante la visita a Pietrasanta

Pietrasanta, 12 aprile 2017 - I CINEFILI, e con loro gli operatori turistici, non hanno alcun dubbio: il summit di Lucca avrebbe dovuto chiamarsi G8. L’ottavo «grande» altro non è che il regista americano Oliver Stone, tre volte premio Oscar, il quale ha deliziato con la sua presenza la città delle mura e la Versilia. Ed è pronto a intrattenere il suo vasto pubblico con l’ennesima fatica cinematografica dedicata a temi di strettissima attualità, dalla politica alle guerre. A Lucca da giovedì scorso insieme alla moglie Sung-Jung per ricevere un prestigioso riconoscimento alla carriera nell’ambito del «Lucca film festival» e per presentare l’ultimo film «Snowden», Stone ha infatti annunciato che il prossimo documentario sarà dedicato a Vladimir Putin. Proseguendo così nel solco di una produzione che ha visto il regista americano creare pellicole immortali quali «Natural born killers», «Platoon», «Nato il 4 luglio» e altri ancora.

CURIOSITA’ per la storia, certamente (da Alessandro Magno all’11 Settembre), ma anche per le bellezze della nostra terra e per l’arte. Ecco perché Stone ha accettato di farsi accompagnare lunedì a Pietrasanta da Alessandro Romanini e Silvia Bizio (legati al «Lucca film festival») per una breve visita in forma privata. Il regista ha raccolto informazioni sui metodi di lavorazione delle opere e sulla tradizione artigiana grazie anche alla consulenza di Adolfo Agolini della fonderia «Mariani». «A destare l’interesse di Stone – racconta Agolini – è stata soprattutto la presenza di Michelangelo sul territorio versiliese, oltre alla nutrita e variegata comunità di artisti internazionali e la fitta rete di gallerie d’arte». Il tour-lampo è culminato con la visita allo studio dell’artista coreano Park Eun Sun. In precedenza Stone aveva visitato gli Uffizi e l’Opificio delle pietre dure a Firenze. «Si è dimostrato molto interessato all’arte – aggiunge Agolini – e alle dinamiche che trasformano la creatività in forme armoniche attraverso la collaborazione sinergica tra artigiano e artista. Il regista americano, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e suggestioni per i suoi lungometraggi, ha manifestato un grande interesse per il comprensorio apuo-versiliese e in particolare per la sua capacità legata alla produzione artistica».