Smaltimento illecito di rifiuti. Blitz con sequestri e denunce

Due ditte finiscono nei guai dopo i controlli della Capitaneria

I militari della Capitaneria con i fusti di rifiuti speciali sequestrati

I militari della Capitaneria con i fusti di rifiuti speciali sequestrati

Viareggio, 24 febbraio 2018 - Li hanno tenuti d’occhio.  I militari della Capitaneria di porto hanno seguito, a distanza, gli ultimi lavori allo scafo di un’imbarcazione ormeggiata a secco sulla banchina «Lenci». E così, quando hanno visto gli addetti di una ditta specializzata locale caricare su un furgoncino fusti e borse con gli scarti speciali della lavorazione di carenamento, li hanno fermati. Per un controllo. «Il formulario del carico rifiuti, grazie» hanno chiesto. Ma il documento non c’era. E così sia per la ditta esecutrice che per quella concessionaria dell’area è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per tentato smaltimento illecito di rifiuti, certamente speciali e forse anche pericolosi.

Saranno le indagini Arpat a confermarlo nei prossimo giorni. Un intervento massiccio quello svolto nella banchina oltre il vialone della Darsena, la Capitaneria di porto ha infatti sequestrato 1,5 tonnellate di materiale tra residui di sabbiatura, misti a scarti metallici e di vernici. Un totale di quattro fusti e due big bag (come si chiamano in gergo). Gli addetti della ditta specializzata avevano infatti lavorato sullo scafo di una barca a vela di sedici metri, alata nel piazzale della banchina Lenci, per riportarlo allo stato grezzo. Passaggio preliminare necessario per una nuova verniciatura. Quando i militari hanno chiesto i registri di carico e scarico e i formulari di trasporto dei rifiuti, gli addetti hanno allargato le braccia. Non avevano niente che tracciasse la rotta di quel materiale: né il tipo di prodotto caricato sul furgone, né la quantità, neppure il sito e l’azienda e a cui sarebbe stato affidato il carico per un corretto trattamento e smaltimento. Disarmante la risposta che hanno ricevuto i militari dell’ufficio nostromo, «Non sapevamo di dover compilare questa documentazione, avremmo portato tutto in un campo di nostra proprietà e poi lo avremmo separato». 

Sono in corso ulteriori accertamenti nell’area, la Capitaneria vuole verificare eventuali altri profili di responsabilità, legati in particolare al corretto o meno utilizzo dell’area in concessione alla ditta viareggina nonché agli aspetti inerenti al rispetto delle normative in tema di sicurezza sul lavoro. Quest’attività volta alla tutela dell’ambiente si aggiunge all’ultima operazione di salvaguardia dell’ecosistema marino, con la completa bonifica nel tratto portuale intorno alla banchina «Il Bori» a seguito dello sversamento in mare di oltre 200 litri di gasolio da un’imbarcazione ormeggiata.