"I progetti anti emarginazione altrove". Piazza Dante, 200 firme al sindaco

"La zona della stazione centrale rischia di diventare un ghetto"

I carabinieri verificano la posizione di uno straniero nel corso di un pattugliamento

I carabinieri verificano la posizione di uno straniero nel corso di un pattugliamento

Viareggio, 3 ottobre 2017 -  «IL SINDACO dirotti i progetti sociali anti emarginazione alla stazione vecchia». I residenti di piazza Dante hanno protocollato una petizione con 190 firme dove si dicono «esasperati per una situazione che ha raggiunto un livello di sopportazione invalicabile» e chiedono che la zona della stazione ferroviaria non venga trasformata in «un ghetto» («a discapito di chi ha sostenuto importanti investimenti in immobili e attività commerciali») in seguito agli accordi di collaborazione varati dal Comune con Regione, Ferrovie e Anci, per sviluppare azioni di sostegno sociale nelle stazioni dei treni. «Uno degli obiettivi e dei risultati attesi dal progetto – sostengono – cioè la riduzione del degrado urbano e sociale e degli episodi di violenza e microcriminalità, con l’attivazione delle misure previste non sarebbe assolutamente raggiunto ma si otterrebbe un ulteriore abbassamento del livello di sicurezza e vivibilità degli spazi urbani per tutti i cittadini, in una piazza che dovrebbe essere punto di accoglienza dei turisti. Inoltre, visto che tali progetti sociali non saranno attuati nelle altre stazioni della Versilia, questo porterebbe in città tutta la massa di gente che attualmente staziona nelle località vicine». Nel dettaglio, gli abitanti di piazza Dante chiedono di rivedere tutti i progetti: sono favorevoli all’apertura di una farmacia «ma senza orario notturno che attirerebbe un’iperfrequentazione di tossicodipendenti a causa dello spaccio».

«SIAMO decisamente contrari – proseguono – all’apertura di uno sportello di ascolto, mentre proponiamo uno sportello di informazioni turistiche. Non vogliamo la distribuzione gratuita di medicinali che dovrebbe rimanere al Marco Polo e non condividiamo l’idea di collocare operatori dell’unità di strada che non farebbe che aumentare a dismisura la concentrazione di extracomunitari, rom e senza fissa dimora. Per quanto attiene al progetto ‘Rosa del deserto’ che prevede ospitalità di emergenza di donne sole o madri con figli per un massimo di 10 persone, ci domandiano se i locali soddisfino i requisiti igienico sanitari. E si è pensato poi a tutelare le ospiti sole o con bambini dalla situazione di insicurezza presente all’interno della stazione?». Il comitato di piazza Dante suggerendo un presidio fisso di forze dell’ordine («visto che la polfer non ci risulta abbia organico sufficiente»), sollecita lo spostamento di tutte le strategie di accoglienza alla stazione vecchia. «Lì i treni non fermano – evidenziano – ma tale fatto non dovrebbe creare problemi di alcun genere, anzi, potrebbe fungere da deterrente per coloro che intendono arrivare da fuori zona. Anche per la ‘Rosa del deserto’ ci sono locali che ben potrebbero adattarsi. Pensiamo che questa soluzione possa essere di gradimento anche per le Ferrovie».

Francesca Navari