Regala i suoi capelli a una malata. La treccia di Irene contro il cancro

Compleanno dal parrucchiere: "Volevo compiere un bel gesto"

Irene Tarabella mostra la treccia di capelli donata nell’ambito del progetto «Contro il cancro, mettici la testa!»

Irene Tarabella mostra la treccia di capelli donata nell’ambito del progetto «Contro il cancro, mettici la testa!»

Pietrasanta (Lucca), 26 marzo 2017 - C’è chi aspetta il proprio compleanno per ricevere regali, messaggi, visite. Poi c’è Irene Tarabella, laureanda di 25 anni, che ha aspettato con impazienza il calendario per donare qualcosa di suo a un’altra donna che nemmeno conosce. Venerdì, anziché spegnere le candeline, è andata a Livorno per regalare la propria chioma all’associazione "Banca dei capelli" e la sua treccia verrà inviata alla ditta "Giambertone Marco & co" di Palermo per la realizzazione di una parrucca "organica", che aiuterà una malata di tumore sottoposta a chemioterapia.

La donazione fa parte del progetto "Contro il cancro, mettici la testa!" e il sogno di Irene è che un giorno possa essere attivato anche nel comune di Pietrasanta. "Per la nostra zona sarebbe un progetto pioneristico – racconta – e credo di essere la prima ad aver partecipato. Sono in diretto contatto con il presidente della ‘Banca dei capelli’ Francesco Chimienti e a breve mi attiverò per promuovere il progetto anche da noi".

E così, mentre amici e parenti erano impegnati ad inviarle messaggi di auguri per il suo quarto di secolo, Irene è andata a Livorno da uno dei parrucchieri toscani convenzionati con l’associazione (gli altri sono a Firenze, Venturina e Capalbio), non prima di aver controllato i requisiti richiesti, dalla lunghezza minima di 25 centimetri alla tinta (deve essere di un unico colore), cosa che può essere fatta spedendoli anche da casa.

"Ho donato tre anni di capelli – prosegue – e la verità è che sto bene dentro. Sento di aver aiutato in qualche modo una persona in un percorso molto difficile. Ho sempre portato i capelli lunghi, ma per i miei 25 anni ho deciso di donarli per compiere un bel gesto verso chi sta soffrendo e contribuire ad alleviare la sofferenza. Ma soprattutto, l’ho fatto per sentirmi meglio, perché almeno una volta si possa fare, invece di dire. L’ho anche fatto per gettare un seme affinché qualcun altro possa prendere spunto dal mio gesto".

Daniele Masseglia