In aula i fotografi scambiati per ‘spie’

L’accusa del Pm è «violazione di luogo coperto da segreto militare»

E’ fissata per il 3 marzo 2016 l’apertura del processo per Leonardo Bertuccelli e Tommaso Fontana

E’ fissata per il 3 marzo 2016 l’apertura del processo per Leonardo Bertuccelli e Tommaso Fontana

Viareggio, 19 luglio 2015 - ERANO STATI scambiati per spie e fermati dai carabinieri perché erano entrati in una vecchia caserma militare di Firenze che Google Map indicava come uno dei «luoghi non più attivi presenti sul territorio della Toscana» dove era possibile scattare forto artistiche. Niente di tutto questo. Per lo Stato quella caserma era ancora un presidio militare da difendere. Ma dopo avere chiarito che spie non erano, due giovani viareggini - che studiano da tempo a Firenze - sono finiti ugualmente nei guai giudiziari visto che il 3 marzo 2016 dovranno comparire di fronte al giudice del Tribunale per rispondere di «ingresso abusivo in un luogo coperto da segreto militare». Tutto per una grande passione che i due ragazzi - Leonardo Bertuccelli e Tommaso Fontana, difesi dall’avvocato Aldo Lasagna - hanno per la fotografia. «Si tratta di due giovani incensurati - ricorda il loro legale - che non hanno mai avuto problemi, finiti nel vortice di questa vicenda incredibile soltanto per essere stati scambiati per degli 007 in missione per chissà chi quando invece la loro presenza all’interno della caserma ‘Predieri’ di Firenze era esclusivamente per il gusto di fare foto con l’aggiunta dell’informazione non vera fornita da Google Map».

E COSÌ DOPO TRE ANNI da quando era accaduto l’episodio - giugno 2013 - i due ragazzi viareggini dovranno prepararsi a dimostrare di fronte al giudice che il loro ingresso nella caserma (dove erano conservati vecchi ‘arnesi’ militari ma dove non c’era personale) non aveva niente a che fare con spionaggio né con la volontà di violare un presidio militare. «I miei assistiti - sottolinea ancora l’avvocato Lasagna - non sono ragazzi che cercavano l’avventura o l’ebbrezza di violare qualcosa. Semplicemente si sono fidati di una mappa di Google e basta. E all’interno della caserma sono entrati dalla porta principale». Una vicenda surreale che rischia davvero di diventare ancora di più singolare quando il processo avrà inizio nella prossima primavera. L’avvocato Lasagna è pronto a dare battaglia perché non venga «macchiata» l’onorabilità di due ragazzi colpevoli soltanto di amare la fotografia.