Presunti party in ufficio, nessun reato. Il gip ha archiviato il procedimento

Seravezza. Il caso si è chiuso prima di arrivare a processo

Il municipio di Seravezza e il sindaco Riccardo Tarabella

Il municipio di Seravezza e il sindaco Riccardo Tarabella

Seravezza, 30 agosto 2017 - INFONDATEZZA della notizia di reato. Con questa formula pienamente assolutoria il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lucca, dottoressa Antonia Aracri, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di alcuni dipendenti del Comune di Seravezza indagati dai primi mesi dell’anno per presunti abusi nella gestione delle pause in orario di lavoro. Nessun illecito, dunque: il caso si chiude ancor prima di arrivare a processo. E si chiude con un provvedimento che non lascia adito a dubbi, riconoscendo l’insussistenza dei reati inizialmente contestati – truffa ai danni dello Stato e interruzione di pubblico servizio. Il giudice Aracri ha preso atto che «dagli accertamenti successivi all’avviso di conclusione delle indagini la durata delle pause giornaliere e per ciascun dipendente non consente di configurare i reati rubricati». Pause sì, quindi, ma nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti. Da qui la decisione del giudice di chiudere il procedimento nel modo più favorevole agli indagati e senza passare alla successiva fase del pubblico processo.

SODDISFATTO il sindaco Riccardo Tarabella che fin dall’inizio ha speso parole a difesa delle persone coinvolte. «Sono stati mesi molto tristi e difficili, non solo per gli indagati, ma per tutti i dipendenti del Comune e per noi amministratori – dichiara – . La vicenda ha gettato un ingiusto discredito sull’intera municipalità, andando a minare l’immagine di un Comune che nel tempo ha saputo dimostrarsi sano e virtuoso, con punte di eccellenza proprio nella gestione delle risorse e nella lotta agli sprechi. Ricordo come, fin dalle prime ore di questa tormentata vicenda, la mia amministrazione abbia voluto e saputo tenere una posizione equilibrata, opponendo sensibilità e serietà agli attacchi, spesso strumentali e derisori, che giungevano da più parti. Una posizione di serena attesa e di piena fiducia tanto nella giustizia quanto nei dipendenti. La decisione dei giudici ristabilisce adesso la realtà delle cose. Benché non sia possibile dimenticare ciò che è accaduto e pur coscienti che un danno d’immagine purtroppo c’è stato, ci conforta sapere che la nostra macchina amministrativa non è mai venuta meno ai propri doveri di correttezza e di efficienza, neppure negli ultimi mesi, nonostante lo stato di apprensione per le indagini in corso. Lasciamoci alle spalle questa brutta esperienza e ripartiamo più convinti, uniti e motivati di prima».

A SCATENARE un putiferio mediatico, e soprattutto a far partire le indagini, fu la lettera di un ‘corvo’ (che si firmò «dipendente comunale, collega di personaggi truffaldini») che nel maggio 2016, in piena campagna elettorale, denunciò con una lettera anonima il costante ripetersi di party break all’interno di uno degli uffici del palazzo comunale seravezzino con «bevande, biscotti e torte di ogni genere», «mentre i cittadini ignari – scriveva – attendono nei corridoi che queste belle persone rientrino nel loro posto di lavoro, e altri invano telefonano a numeri a quali nessuno risponde».

Francesca Navari