I nuovi poveri, il volto più triste della città: oltre 250 famiglie assistite dal Germogli

Sono italiani con due o tre figli a carico. Ammortizzatori sociali carenti o insufficienti

Oltre 250 famiglie assistite dal Germoglio (foto di repertorio)

Oltre 250 famiglie assistite dal Germoglio (foto di repertorio)

Viareggio, 8 ottobre 2017 - SGUSCIANO invisibili fra la gente con il loro carico di malinconia e di rabbia, attenti a non rompere il festoso equilibrio di una tipica giornata trascorsa sul Lungomare viareggino. È l’esercito dei vecchi e dei nuovi poveri, stritolati dalla crisi economica e abbandonati dalle istituzioni. Una situazione che di anno in anno si fa sempre più critica. Lo sa bene Sirio Orselli dell’associazione ‘Il Germoglio’, che da sempre si occupa di distribuire generi alimentari di prima necessità a chi ne ha più bisogno, dalla pasta, all’olio ai prodotti per l’infanzia. «La nostra associazione conta ben 257 famiglie bisognose.

Ogni nucleo presenta dai 2 ai 3 figli – spiega – Si tratta perlopiù di famiglie italiane per le quali gli ammortizzatori sociali si rivelano insufficienti e sulle quali pesa la crisi del mercato del lavoro». Ma non solo. A ricorrere al banco alimentare anche molti dei cosiddetti ‘nuovi poveri“. «Sono sempre più gli over 65 e le persone sole che si rivolgono al banco alimentare. Contiamo anche molti separati che, costretti a versare a ex moglie e figli, vivono in condizioni di estrema povertà. Ma parliamo di persone che provengono già da situazioni di disagio sociale molto gravi e che necessiterebbero di un’assistenza adeguata. La nostra missione – prosegue – è quindi quella di distribuire pacchi spesa con generi alimentari a lunga conservazione, in modo da coprire le esigenze dei più bisognosi per un lasso di tempo pari a un mese. Due giorni a settimana forniamo anche alimenti freschi. Effettuiamo perfino consegne a domicilio per le persone che presentano disabilità e che non possono dunque presentarsi in sede. Agli anziani, invece, forniamo pacchi ad hoc con tutto l’occorrente per la prima colazione.

Ma – sottolinea – non ci fermiamo solo alla consegna di limentari. Ascoltiamo le storie di queste persone. E ascoltiamo anche la loro rabbia nei confronti delle istituzioni, colpevoli di averle abbondanate a loro stesse. Molti si vergognano ma noi li rassicuriamo ricordandoli che il servizio dell’associazione si svolge nella più completa segretezza». E Orselli lancia anche un grido d’allarme. «Abbiamo bisogno di donazioni. Il nostro è un lavoro importante ma richiede un costante aiuto da parte dalla comunità. Riceviamo molte offerte di generi alimentari e poche per la parte logistica che per noi gioca un ruolo fondamentale. Nell’ultimo mese abbiamo subito perfino il furto di un computer che conteneva informazioni per noi molto importanti. Ma per fortuna siamo riusciti a recuperare i dati. Non si tratta, però, di un fenomeno isolato. Almeno una volta all’anno la nostra associazione rimane vittima di episodi come questo, che ostacolano un lavoro già di per sé fin troppo difficile e delicato».

M.A.