Pavone morto annegato, ci sono degli indagati

La Procura di Lucca ha aperto un fascicolo sul caso del laghetto dei cigni

La manifestazione di protesta dopo la morte del pavone (foto Umicini)

La manifestazione di protesta dopo la morte del pavone (foto Umicini)

Viareggio, 22 giugno 2017 - La Procura di Lucca ha aperto un fascicolo sulla triste storia del Laghetto dei Cigni; sono in corso delle indagini per l’individuazione delle singole responsabilità per la morte del pavone, annegato nel laghetto, e risultano persone iscritte nel registro degli indagati. Una vicenda triste davvero, nei metodi e nell’epilogo. Che adesso, oltre alle singole valutazioni personali, attraverserà anche quella giuridica. Ieri il presidente della guardie zoofile Kronos, Giacomo Puppo, ha consegnato in tribunale il verbale di sequestro del pavone, portato via martedì pomeriggio dal Laghetto con un blitz. E il pm Elena Leone ha proceduto disponendo il sequestro probatorio sulla carcassa della pavona; trasferita per gli esami all’istituto di zooprofilassi di Grosseto; e ha inviato al Gip del tribunale di Lucca la richiesta di convalida del sequestro preventivo del pavone superstite. Che sta bene.

Tutti, utenti e operatori, ieri all’Uovo di Colombo, associazione di inclusione sociale, si sono avvicinati al pollaio (dove è stato sistemato) per guardare i suoi straordinari colori, e tentare di capirne l’umore. Non ha più emesso quel grido straziante, quello che per tutta la giornata di lunedì – quando la sua compagna è morta annegata – ha bucato la quiete della Pineta. Non ha perso le sue piume. Ha simpatizzato con le galline del pollaio a fianco; "speriamo solo che il gallo ora non si deprima mettendosi a confronto con la sua bellezza", si scherza un po’, per stemperare con modi garbati i toni pesanti delle ultime ore, in via dei Comparini. Ha mangiucchiato i fiori delle zucchine coltivate, e ha ritrovato un po’ di pace in quel luogo di accoglienza aperto a tutti. Dove ha trovato casa un semplice pavone; ma dove da 21 anni, ogni giorno, trovano cittadinanza anche uomini e donne con problemi di salute mentale, disabilità fisiche, fragilità. Dove trovano cittadinanza e possibilità anche i migranti. Un favola felice questa, sì.

Intanto al Laghetto dei cigni si è intasata la pompa per il ricircolo dell’acqua. Di nuovo melmosa. L’Auser, che straordinariamente si è fatta carico della cura dell’oasi fino a quando il comune non formalizzerà l’affidamento del Laghetto, non è ancora intervenuta per ripristinarla. I volontari si limitano a sfamare gli animali rimasti, le pulizie ordinarie invece sono rimandate. Non era questo che si meritava la Pineta, il Laghetto doveva semplicemente essere un luogo di incontro. Non un polveroso terreno di scontro. Forse in quella coppia di pavoni, in quel sentimento disarmante di chi si sente inascoltato, ci siamo ritrovati un po’ tutti.

Martina Del Chicca