Addio a Giulio Bonetti: ideò la bandiera ‘Burlamacca’

Impiegato amministrativo, aveva 99 anni. Suo fratello Uberto creò la maschera viareggina. I suoi figli sono carristi

I RICORDI La piccola Elettra Bonetti, figlia di Luigi, in braccio al nonno Giulio il giorno di Natale. A sinistra la bandiera Burlamacca, firmata proprio da Giulio Bonetti e Giorgio Bini

I RICORDI La piccola Elettra Bonetti, figlia di Luigi, in braccio al nonno Giulio il giorno di Natale. A sinistra la bandiera Burlamacca, firmata proprio da Giulio Bonetti e Giorgio Bini

AVREBBE compiuto 99 anni tra pochi giorni, il 23 gennaio. Ma si è spento, ad un soffio dal suo compleanno, Giulio Bonetti; padre dei gemelli del Carnevale Luigi e Uberto, nonché fratello del maestro del futurismo e creatore della maschera viareggina Uberto Bonetti. Giulio era dunque lo ‘zio’ di Burlamacco, e pure il papà ufficiale della bandiera Burlamacca.

SÌ perché, pur breve, la sua parentesi artistica resta comunque impressa nella storia e nelle emozioni della città e della manifestazione. Incoraggiato e sostenuto dalla vena del fratello, nel 1960 Giulio Bonetti partecipò, a doppia firma con Giorgio Bini, al concorso bandito dall’allora comitato festeggiamenti per trovare un vessillo che rappresentasse lo spirito del Carnevale, e che potesse sostituire l’austera bandiera tricolore sul pennone di piazza Mazzini. Un drappo sotto al quale la città, e il suo spirito, potessero riconoscersi. E Giulio, con Bini, presentò quel «Burlamacco al vento». Il tratto minimalista, e pur in grado di raccontare «con due colori una magia», era inequivocabilmente quello di Uberto. Un’immagine magistralmente rifinita da quel gesto canzonatorio del ‘maramèo’, per narrare la natura burlesca della festa e dei viareggini. La bandiera Burlamacca risultò la sintesi perfetta, il concentrato e la fotografia del Carnevale. Diventò così lo specchio della città e dal 1961 quel vessillo, riscoperto e valorizzato dal Movimento dei Carnevalari, accarezza la città, incastrato tra i monti e il mare.

SEMPRE con il fratello Uberto, più grande di vent’anni esatti, Giulio Bonetti agli inizi degli anni ’50 ha collaborato nella realizzazione delle scenografie della canzonette. E nel baraccone di Menghino, suo cognato, si è confrontato con l’arte della cartapesta. Giovanni Lazzarini infatti sposò la sorella di Giulio e Uberto, Bianca. Pur tramandando la vena artistica di famiglia ai figli Luigi e Uberto Bonetti, Giulio lasciò presto il mondo effimero del Carnevale per una vita più ordinaria. Per anni, fino alla pensione, è stato infatti impiegato amministrativo alle scuole medie Jenco come ragioniere. Infine, due anni fa, la gioia della prima nipote, che ha addolcito il suo carattere introverso e solitario.