Migranti, il consiglio si pronuncia sulla tendopoli al terminal bus

Inviata la lettera ad Alfano con l’appello a intervenire sulla prefettura

Il sindaco Massimo Mallegni nel luogo scelto dalla prefettura per installare la tendopoli

Il sindaco Massimo Mallegni nel luogo scelto dalla prefettura per installare la tendopoli

Pietrasanta, 21 settembre 2016 - Dopo la lettera inviata dal sindaco al ministro Alfano affinché faccia da «cerniera» tra Comune e prefettura, la questione migranti entra in una fase delicata e fa presagire un consiglio comunale parecchio agitato. Ieri infatti è stata convocata una seduta d’urgenza, in programma domani alle 9, con un solo argomento all’ordine del giorno: l’allestimento del campo d’accoglienza. Tradotto: i consiglieri dovranno dire «sì» o «no» all’arrivo di una tendopoli per 70 migranti al terminal bus, decisione che secondo il sindaco è stata presa dalla prefettura. «Marceremo nella direzione istituzionale – spiega Mallegni – e pertanto il consiglio comunale si esprimerà e fisserà degli obiettivi precisi su questo tema». Il sindaco si riallaccia poi alla lettera inviata al ministro degli interni Angelino Alfano, come abbiamo riportato nell’edizione di ieri, al quale Mallegni ha chiesto di intervenire «dato che la prefettura continua a fare incontri per organizzare un insediamento nel nostro Comune senza convocare il sottoscritto: il sindaco deve poter esprimere la sua posizione».

La lettera, inviata per conoscenza al premier Renzi, contiene anche una statistica sulla questione immigrati a Pietrasanta. «Su 1.344 cittadini stranieri residenti – scrive – circa il 25% usufruisce di contributi, agevolazioni, sostegni e altre forme di aiuto, dimostrando di fatto di dipendere dalla comunità. Inoltre su 286 case popolari, 40 sono state assegnate a stranieri e su 115 famiglie in attesa di un alloggio, 33 sono straniere. Non riusciamo a dare risposte a chi già vive qui, nella nostra città: non capisco come il governo pensi di poter garantire un’accoglienza dignitosa e adeguata agli immigrati visto che non riesce ad assicurarla a chi già abita sul nostro territorio. La comunità italiana e straniera necessità di aiuti. Ogni anno aiutiamo 1.625 persone: è difficile spiegare a tutti questi concittadini che chi arriva dopo di loro ottiene diritti, spazi abitativi e servizi quando in molti sono ancora in attesa».