Arriva la stangatina per le famiglie. La mensa più 17%, gli asili più 10%

Ma i rincari scatteranno a settembre per evitare di nuovo un ricorso. Ecco tutte le tariffe

Così cominciò la rivolta contro i mega rincari fatti dal commissario Romeo

Così cominciò la rivolta contro i mega rincari fatti dal commissario Romeo

Viareggio, 24 marzo 2017 - AUMENTI all’orizzonte per le famiglie viareggine. La giunta Del Ghingaro ha ritoccato, al rialzo, le tariffe della refezione scolastica (+17% circa) così come quelle per i nidi (+10% circa), per quest’ultimo servizio eliminando anche l’esenzione totale. L’unanime delibera sarà immediatamente eseguibile per permettere l’elaborazione del preventivo 2017, ma entrerà tecnicamente in vigore, cioè andrà ad incidere sui bilanci familiari da settembre. L’amministrazione non inciampa quindi dove nel 2014 cadde il commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo, che sparò gli aumenti (anticipiamo che non saranno così alti) ad anno scolastico già avviato (il 31 ottobre), delibera impugnata dalle famiglie riunite nel comitato ‘Viareggio unita per il diritto all’istruzione’ e poi sospesa dal Tar che contestò al Comune di aver modificato le condizioni con le famiglie a contratto già stipulato e riportando tutto alla situazione di partenza, dunque al minimo.

NEL DETTAGLIO. Partiamo dal servizio mensa, che in percentuale subirà l’aumento più alto. Per le famiglie con un reddito superiore a 12mila 228 euro il costo del pasto passa da 4,26 euro a 5 euro. La prima categoria di agevolazione rientra nella fascia di reddito compresa tra 12mila 228 euro e 10mila 699,51 euro e in questo caso il costo del pasto salirà da 3,46 euro a 4,05; fino a 9mila 680,51 euro da 3 euro a 3,55; entro un reddito di 8mila 661,51 da 2,54 a 3 euro; da 7mila 642,51 euro il costo della refezione cresce da 1,90 euro a 2,25 euro. E ancora, la quinta fascia di agevolazione scatta da 6mila 623,51 euro e il costo del pasto passa da 1,31 a 1,55; da 5mila 604,51 euro si alza da 0,72 a 0,85; infine da 4mila585,51 a 5mila604,50 il costo passa da 0,36 a 0,45.

Saranno esenti dalla quota contributiva le famiglie con un reddito entro i 4mila 585,50 euro.

Sette le fasce di agevolazione anche per le tariffe dei nidi d’infanzia e e dei centri estivi; ma in questo caso non è prevista l’esenzione totale. Le famiglie con reddito compreso tra 0 e 5mila 95 euro dovranno pagare 25 euro al mese per il tempo lungo e 20 per quello corto. Entro gli 8mila 152euro la retta cresce da 67,15 a 75 euro per il tempo pieno e da 47 a 50 euro per il tempo corto; entro gli 11mila 209 euro: tempo lungo da 148 a 160 euro, tempo corto da 104 a 110 euro; entro 14mila 226 euro: tempo lungo da 187 a 200 euro, tempo corto da 131 a 150 euro; entro 17mila 323 euro: tempo lungo da 205 a 220 euro e tempo corto da 143 a 155 euro; entro 19mila 361 euro: tempo lungo da 240 euro a 260 euro e tempo corto da 193 a 210 euro; entro un reddito di 20mila 380 euro: tempo lungo da 276 a 300 euro, tempo corto da 193 a 210 euro. Per la fascia intera, ovvero per la famiglie con un reddito superiore a 20mila 380 euro la tariffa per il tempo pieno sale da 313 a 340 euro, per il tempo corto da 219 a 240mila euro.