Da falegname a presunto hacker. L’odissea processuale a lieto fine

Era stato messo in mezzo a una maxi truffa a sua insaputa: assolto

Polizia postale

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Viareggio 14 dicembre 2017 - Si è trovato  a passare da falegname a presunto hacker informatico. Un 35enne di Stazzema si è trovato coinvolto in una vera odissea processuale, accusato di essere l’autore di una sofisticatissima truffa telematica da cui è stato assolto con formula piena, dopo una certosina ricostruzione di prelievi e trasferimenti di denaro via web. Tutto ha inizio nel 2015 quando all’operaio viene notificata una serie di capi di imputazione legati alla criminalità informatica: truffa, danneggiamento del sistema informatico e intrusione in un sistema informatico protetto.

Alcuni titolari di Postepay residenti nel sud d’Italia avevano infatti denunciato prelievi non autorizzati dal proprio conto, tramite un’intrusione informatica. Somme che variavano sempre dai 200 ai 300 euro e che – come accertato dalle indagini seguite dalla procura di Firenze, competente per la materia – erano finite proprio nella carta Snai intestata al falegname di Stazzema, da quest’ultimo utilizzata per dilettarsi nelle scommesse. L’uomo, che fin da subito si è professato innocente, da quanto ricostruito in sede dibattimentale, era finito pure lui nelle maglie di una truffa geniale, utilizzato come ‘muletto’ per far transitare somme che venivano abusivamente prelevate dalle Poste Pay grazie ad un’abile intrusione telematica e poi dirottate sulla carta Snai dove, dopo pochi minuti, sparivano sempre grazie ad un artifizio da hacker super esperti.

In sostanza, grazie ad un’ulteriore manomissione informatica, venivano messe in atto partite ‘truccate’, attivando pocker room tramite connessione internet, dove l’intestatario della carta Snai risultava giocatore a sua insaputa, perdendo proprio l’esatto importo appena incassato. In sostanza le card venivano caricate e svuotate della cifra in brevissimo tempo, senza che l’intestatario potesse accorgersi di nulla. Con incassi che a quel punto finivano nelle disponibilità dell’hacker. «Una truffa geniale – evidenzia l’avvocato Simone Lepore che ha tutelato il falegname 35enne – che è stata illustrata in aula dallo stesso maresciallo dei carabinieri che ha seguito le indagini. E che ha fatto luce su una forma di pirateria informatica diffusa in altre zone d’Italia, mirata a dirottare soldi carpiti dalle Postepay su carte Snai di insospettabili, al fine di depistare le indagini. Un meccanismo generalmente utilizzato da bande straniere estremamente specializzate nell’incassare denaro con intrusioni telematiche, evitando di farsi individuare».