I centri benessere nei bagni: l’idea piace agli operatori

Francesco Mattugini apre al sindaco

Una massaggiatrice cinese sulla spiaggia: il sindaco  vuole contrastare il fenomeno consentendo i centri benessere nei bagni

Una massaggiatrice cinese sulla spiaggia: il sindaco vuole contrastare il fenomeno consentendo i centri benessere nei bagni

Forte dei Marmi, 2 dicembre 2016 - «Creare centri benessere dentro gli stabilimenti balneari? Può essere un’opportunità per destagionalizzare, basta che sia data a tutti». Il presidente dei balneari, Francesco Mattugini, si dice possibilista di fronte alla proposta che il sindaco Umberto Buratti ha avanzato (e che sarà discussa in consiglio regionale in fase di approvazione della nuova legge sul turismo) al fine di arginare il fenomeno dei massaggiatori abusivi cinesi in spiaggia. «E’ ovvio – argomenta Mattugini – che un’ipotesi del genere comporterà la preventiva revisione dei piani urbanistici e del commercio: infatti sarà necessario realizzare strutture che comunque siano compatibili con la tradizione estetica e funzionale degli stabilimenti balneari. Non vogliamo certo che venga stravolta la nostra identità. E’ un’oppostunità da valutare tra tutti gli imprenditori e comunque deve essere per tutti i bagni, non fattibile solo per coloro che nel tempo magari hanno ottenuto già qualcosa in più. Oltretutto potrebbe favorire la destagionalizzazione e anche un rapporto più stretto con i centri estetici già presenti in paese. Da tempo noi facciamo campagna di sensibilizzazione nei confronti dei nostri clienti – va avanti Mattugini – per far capire loro che la pratica dei massaggi in spiaggia è illegale. Purtroppo la richiesta resta ancora alta».

I massaggi di certo non rilassano il fronte politico. Enrico Ghiselli di M5S tuona: «Allora faremo vendere agli stabilimenti anche le borse griffate per evitare il passaggio dei senegalesi». «I bagni – sostiene – che hanno già ottenuto la ristorazione, ora potrebbero avere anche la possibilità di svolgere la funzione di centri benessere. Il sindaco, che è anche concessionario balneare, motiva tale scelta per contrastare le attività illegali delle cinesine. Se così fosse allora sarà concessa ai balneari la possibilità di smerciare borse per contrastare la vendita illegale di tali prodotti da parte degli extracomunitari di colore? E successivamente proporrà di autorizzare ‘incontri privati a scopo sessuale’ negli stabilimenti balneari per eliminare lo scempio della prostituzione per strada? Ma poi, a chi interessa? Risulta che l’associazione bagni non abbia assolutamente discusso di questa cosa. Pare di rivivere la questione delle 30 feste serali nei mesi di luglio e agosto: anche qui l’interesse di pochi ha prevalso sulla correttezza di una equilibrata distribuzione delle opportunità per le varie attività economiche (leggasi ristoratori). E poi – domanda infine Ghiselli – questa nuova tipologia commerciale come dovrebbe essere gestita? Direttamente dal concessionario demaniale che assumerà personale specifico alle proprie dipendenze, o si permetterà di subaffittare tale attività aggiuntiva in modo da ricavare gli importi dovuti per la concessione demaniale?».