Carnevale, sfilata "a tempo" in piazza Mazzini. Per ogni carro 8 minuti di spettacolo

Nari alla regia del corso: "Le coreografie sono una ricchezza"

La folla al Carnevale di Viareggio (Umicini)

La folla al Carnevale di Viareggio (Umicini)

Viareggio, 23 gennaio 2018 - Sono giorni frenetici: gli ultimi ritocchi di colore, i collaudi, le prove luci e audio. In questa corsa contro il tempo i carristi hanno trovato anche un momento per condividere con la Fondazione Carnevale la regia del corso. In cabina Stefano Nari: «Il nostro obiettivo – spiega il consigliere – è quello di offrire un corso spettacolo». Né lumaca né spedito: «spettacolo» rimarca.

Dunque niente corse dei carri, «il Carnevale non è la Formula Uno. Quello che vogliamo fare è garantire un giro completo del percorso – prosegue Nari, impegnato su questo fronte sensibile che ogni anno anima il dibattito post sfilata –. E questo giro dovrà essere il più ricco e coinvolgente possibile». Per questo, con i costruttori, la Fondazione ha fissato un limite di 8 minuti per conquistarsi la ribalta sul palcoscenico di piazza Mazzini. E lo stesso vale per le tribune zona Royal. Per non creare ingorghi, intoppi, rallentamenti, e garantire a tutti i carristi la stessa opportunità di visibilità . Ed in quel tempo dovrà rientrare dunque la narrazione della storia, attraverso lo svolgimento della coreografia. Entrata a pieno titolo nella gara, per la prima volta in concorso; sperimentando – grazie ad un codice sul biglietto cumulativo – il voto della giuria popolare al Carnevale. Nari viene dalla tradizione della carrette del quartiere, nello specifico della frazione: quella di Torre del Lago. «Ho sempre difeso la bellezza dell’anarchia del Carnevale», del carro che traballa sotto i piedi di decine e decine di figuranti scatenati senza un senso.

O meglio, un senso in quella bolgia c’è: la spontaneità. «Ma – aggiunge Nari – vivendo la Cittadella ho scoperto il valore delle coreografie. Non solo quello scenico, che indubbiamente rappresenta un passo in avanti nella storia e nella spettacolarizzazione della nostra manifestazione. E anche l’enorme potere aggregativo». Sono mesi ormai che i gruppi di figuranti si ritrovano ai piedi dei carri, in Cittadella: «E’ viva e palpitante una socialità che va oltre il mese di Carnevale, ma si cementifica e diventa amicizia. Si creano legami stretti con i carristi, si diventa a tutti gli effetti parte di un’idea. E ognuno può contribuire per renderla al meglio». Il contraltare sono le pedane aggregative, o carrette. E qualche, raro, carro che ancora predilige l’istintività carnevalesca. «Ormai è chiaro che nel Carnevale può convivere, anzi deve convivere tutto – dice ancora il consigliere –. La ricerca non esclude la spontaneità, e viceversa».

Ma con ordine. Tornando alla regia della sfilata infatti, «per cercare di dare un senso al corso tutte le costruzioni e le mascherate in concorso sfileranno in apertura, mentre la chiusura del serpentone sarà lasciata alle carrette» conclude Nari.

Martina Del Chicca