"Sono malato e senza cure perché non ho la residenza"

L'appello di Rosario: "Voglio solo curarmi, e andare avanti

Quello di curarsi, di votare e anche di riscuotere la pensione è legato alla residenza. Ma quando una residenza non c’è?

Quello di curarsi, di votare e anche di riscuotere la pensione è legato alla residenza. Ma quando una residenza non c’è?

Viareggio, 9 giugno 2017 - «Mi chiamo Rosario, sono un malato molto grave. Ho un cancro...» Ma Rosario non ha un medico della mutua che possa seguire le sue cure. Rasserenarlo nei momenti più bui, compilare un semplice certificato, prescrivergli le ricette, «nemmeno gli antidolorifici» spiega in un video-denuncia affidato alla rete. Rosario è solo di fronte a questa battaglia, trova supporto medico nella Croce Verde e nei professionisti del pronto soccorso dell’ospedale Versilia. E trova un sostegno umano e civile negli attivisti dei movimenti cittadini per la casa. La scoperta della malattia qualche mese fa; l’ennesimo ostacolo in una vita sempre in salita. Cinquant’anni di lavoro, di cui dodici a Viareggio, un equilibrio economico precario, l’affetto della moglie è la sua grande fortuna. Da tempo ormai, senza la possibilità di pagarsi un affitto, senza adeguate garanzie per ottenere un contratto di locazione, vive in una casa ‘recuperata’; una casa pubblica rimasta abbandonata per anni e anni, infine occupata. Rimessa in sesto. Una casa dove però Rosario non può prendere la residenza. E senza residenza non ha diritto, fra gli altri diritti negati, al medico di famiglia. E la negazione del diritto alla salute è la violazione dall’articolo 32 della Costituzione.

«LO SPECIALISTA, quello dell’ospedale, me lo dice: ‘Rosario, dobbiamo fare presto, perché la cosa è grave’. Ora sono già passati 8 mesi...». Rosario non chiede «né soldi, né pane, né niente». «Chiedo un medico»; chiede la possibilità di accedere alle cure, di essere accompagnato in questa importante battaglia, di invecchiare in pace. Chiede una residenza. Perché il decreto contro l’abusivismo abitativo che porta il nome dell’ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi chiude a chi non ha un indirizzo anche la semplice possibilità di farsi prescrivere un farmaco pagando solo il ticket. Questa è la situazione. A cui tenta di mettere una toppa il volontariato, mentre l’ultima spiaggia resta il pronto soccorso.

C’ERA una volta la via dei Vageri, la strada che non c’è. Invisibile nelle mappe, eppure l’occasione per tanti invisibili di accedere ai diritti. Il voto, riscuotere la pensione, curarsi. Basterebbe aprire a Rosario le porte di questa strada, o trovare un’altra strada. Almeno provare a cercarla. «In Comune non mi ha aiutato mai nessuno, nemmeno un consiglio. Io adesso però mi voglio curare, e andare avanti» conclude quest’uomo con la schiena dritta. Nonostante i dolori, e le batoste di un sistema burocratico crudele.

Martina Del Chicca