Viareggio, 16 aprile 2014 - «SONO favorevole ad un ampliamento della fascia oraria di apertura degli stabilimenti balneari». Ha preso tutti in contropiede, giocando al rialzo, l’assessore al bilancio Lorenzo Bertoli, intervenuto all’assemblea dell’Associazione balneari che aveva proposto, tramite il presidente Carlo Monti, di prolungare la stagione balneare facendola cominciare dal 1° aprile, dunque con quindici giorni di anticipo rispetto a quanto avviene adesso. «L’apertura serale degli stabilimenti andrebbe ad intercettare una domanda sempre più diffusa, oltre ad aiutare il settore turistico sia economicamente che dal punto di vista occupazionale». ha insistito Bertoli. Senza considerare che la presenza di turisti sarebbe un buon deterrente nei confronti della microcriminalità localizzata negli angoli bui della Passeggiata, soprattutto in via Barellai, dove mette a rischio principalmente proprio gli stabilimenti balneari.

MA i balneari non sono entusiasti della proposta di Bertoli: l’apertura serale vorrebbe dire turni di lavoro massacranti. Il loro problema è un altro: il progetto del pennello anti insabbiamento del porto, che potrebbe erodere la costa fino al Forte.

INTANTO potrebbero arrivare altre soluzioni all’emergenza sicurezza. Gli incendi che hanno devastato i bagni Nido e Sorriso preoccupano. L’assessore al turismo Andrea Strambi ha proposto di «sfruttare il progetto riguardante la fibra ottica in Passeggiata per potenziare il sistema di videosorveglianza in via Modena e in via Barellai e, più in generale, in tutta la zona tra la Passeggiata e la Pineta», raccogliendo molti consensi tra i presenti. Un secondo tema di discussione ha riguardato le attività dei comuni versiliesi per la difesa della qualità delle acque che sfociano in mare dalla Fossa dell’Abate. La prospettiva del divieto di balneazione, che già la scorsa estate ha colpito la fascia costiera tra il fiume e il pontile di Lido di Camaiore, desta più di una preoccupazione tra i balneari. «Abbiamo aperto un tavolo di lavoro con la Regione per scongiurare definitivamente il rischio di un divieto di balneazione — assicura Strambi — Stiamo lavorando di concerto con il comune di Camaiore che ha avviato la costruzione di un impianto di ionizzazione delle acque, raccogliendo i maggiori oneri dal punto di vista economico. Questa soluzione è la più idonea perché permette una realizzazione rapida. La Regione vuole comunque un progetto a lungo termine e dunque stiamo preparando la ristrutturazione della rete fognaria che permetta l’allacciamento dei quartieri che ancora scaricano nel fiume». Il comune di Viareggio inoltre ha ottenuto di poter effettuare le campionature dall’acqua separatamente: considerando che la corrente muove da sud a nord, i valori ottenuti sono tranquillizzanti. «Il che non è un motivo valido per interrompere il lavoro che stiamo facendo con Camaiore, la Regione ed il Consorzio di Bonifica», ha precisato Strambi. Anche perché un eventuale divieto di balneazione che colpisse soltanto Lido avrebbe comunque conseguenze negative, dal punto di vista dell’immagine, per tutto il litorale versiliese.

E’ STATO MURO contro muro invece la discussione sulla costruzione di un pennello della diga foranea per intercettare la sabbia che, seguendo le correnti da sud verso nord, si deposita all’imboccatura del porto. «I pennelli marini sono deleteri per la linea di costa — ha spiegato l’ingegner Alessandro Volpe — E’ una cosa risaputa e provata da numerosi studi. Il mancato afflusso di sabbia comporterebbe l’erosione del litorale a nord del porto, come già successo nel 1977, con conseguenze devastanti non solo per Viareggio, ma per tutta la Versilia fino a Forte dei Marmi. Siamo d’accordo con il fatto che l’attuale sistema di drenaggio sia uno spreco di soldi, ma esistono sistemi moderni che funzionano perfettamente e vengono adoperati in tutti i porti-canali del mondo». «Per ora è solo una proposta progettuale per la gestione ed il drenaggio del fondale», si è difeso Bertoli, mentre Strambi ha assicurato che «al momento non c’è niente di definitivo» e ha chiesto di «ragionare in modo costruttivo: la Regione mette soldi e personale a disposizione e non possiamo permetterci di perdere quest’occasione». Ma tra i presenti si è levata la protesta: «Prima di iniziare altri progetti faraonici, finite i progetti che avete iniziato, come l’asse di penetrazione e il Triangolino». Da segnalare infine che, dal primo luglio, vige per tutti gli esercizio l’obbligo di avere il Pos (Point of Sale), la macchinetta che permette il pagamento tramite Bancomat o carta di credito. Il titolare dell’attività non potrà rifiutare ad un cliente questa modalità di pagamento per importi superiori a 30 euro.