di BEPPE NELLI

Viareggio, 15 aprile 2014 - Come quelle massaie che prima di Pasqua ripuliscono casa alla bell’e meglio per non fare figurette col parroco che passa a benedire, così il comune ieri mattina ha cominciato a tagliare erbacce e messi di grano selvatico alla Terrazza della Repubblica. Una spuntatina nella settimana di Passione, proprio per quei turisti che arriveranno nel weekend. Ma il risultato, pur non deprecabile, non è granché. E’ vero, il comune è al collasso economico.

Ma ci pareva che in campagna elettorale, ciò nonostante, qualcuno avesse convinto gli elettori a farsi votare per far ripartire Viareggio. Dopo quasi un anno non è andata proprio così. Prima di tutto chiariamo che non abbiamo alcuna critica da muovere al buon Giorgio Fruzza, assessore al decoro proveniente dalla vecchia guardia della politica. Senza soldi fa quel che può, e fa tanto, e a volte va di persona a tagliare le erbacce, ma non chiama i fotografi per farsi propaganda come i suoi colleghi di giunta.

La quale giunta, dopo aver tanto criticato i contratti lasciati dall’amministrazione Lunardini, che ha a disposizione per curare il verde un anno dopo la grande vittoria? Ma il contratto col socio privato di Sea Risorse, e infatti proprio ieri era Sea Risorse che ripuliva la Terrazza.

I problemi però restano enormi. Prima di tutto dopo Pasqua l’erbaccia ricrescerà, e i passaggi dei «giardinieri» saranno come sempre troppo rari. Poi una città turistica che si rispetti non aspetta Pasqua per eliminare la selva selvaggia delle zone turistiche: fa manutenzione ogni settimana. Ma alla Terrazza ormai gramigne e loglio hanno debordato da anni dai cordoli che restano delle vecchie aiuole, e più di tanto le macchine non ce la fanno a pulire. E una volta tagliata la selva, ecco che riappare il famoso «giallo pubblico» per il quale membri e fans della giunta in carica prendevano per i fondelli Lunardini & Co.

Non va meglio lungo il perimetro della Pineta di Ponente, con le erbacce che traboccano sui marciapiedi perimetrali, infestano le fioriere prive di fiori, celano alla vista il parco di via Zara accuratamente chiuso. Stessa situazione su via Fratti e viale Buonarroti. Si rientra in Passeggiata e la situazione va decisamente meglio. Soprattutto nella parte rifatta, dove però, a parte qualche camminamento spontaneo tra l’erbetta ha creato dei sentieri sterrati, il vero problema sono gli irrigatori che qua e là, alle 11 di mattina, innaffiano i ciclisti della pista Fausto Coppi.

Ci siamo scordati con quanta prosopopea fu annunciata la riaccensione delle fontane di piazza Mazzini e del Domenici? A sette giorni dalla Pasqua sono spente, ma magari venerdì le rimetteranno in funzione, mentre proprio piazza Mazzini appare molto lasciata a se stessa. C’è l’astuzia della casalinga che lavora, in questa ripulitura delle zone a mare. Così per andare sulla Marina di Levante si nota un trionfo di rovi e fascioni di erbe d’ogni tipo sul bordo della Pineta, e sul Vialone tra qualche pianta stentata trionfano ancora grani e gramigne, magari tra una buca del marciapiede e un cartello abbattuto.

Del resto qua, secondo la linea Betti-Romanini-Viva Viareggio Viva, i «turisti» sono i pendolari della notte e di notte, come i gatti, anche le erbacce sono tutte bigie. Ma il meglio si nota sul viale dei Tigli: c’è ancora un vecchio pino stramazzato sin sulla ciclopista, le erbacce trionfano, ma all’incrocio dei Comparini, per una ventina di metri, quel che resta del pratino è stato rasato ambo lati: così i turisti che passeranno in bici per andare sulla Marina avranno l’illusione della cura.

Niente illusione invece sulla Marina di Torre del Lago: qua la pulizia e il taglio dell’erba è stata fatta da manuale, del resto l’assessore gioca in casa. Stonano solo parecchi tronchi di pini ancora a terra sulla ciclopista di viale Kennedy, ma non si può avere tutto dalla vita. Perciò le rotonde all’ingresso della città sono quasi tutte in ordine, salvo ritrovare erbacce a mazzi, e canne, lungo le strade d’accesso e soprattutto agli svincoli della Variante. Ma s’è visto di peggio: e tra un mese, se nessuno ci penserà prima, viale dei Tigli sarà invaso dai polloni che già germogliano alla base delle ceppaie. I vegani non disperino, l’erba ricrescerà.