Viareggio, 13 aprile 2014 - «NON DIMENTICATE mio fratello: per piacere scrivete ancora qualcosa, voglio sapere che fine ha fatto». Un anno e mezzo fa la sorella di Arent Gega, il 24enne albanese domiciliato a Certaldo in provincia di Firenze, aveva rilanciato un altro appello telefonando al nostro giornale chiedendo di «non abbandonare la ricerca» del giovane scomparso nel maggio 2010 dopo un incontro di lavoro in città. Ma nessuno, né prima né dopo, ha saputo fornirgli notizie apprezzabili su quel che può essere capitato al fratello. Niente di niente. Un mistero fittissimo nel quale, da ieri — ma probabilmente già da qualche giorno — si è aperto un piccolo spiraglio di luce. Anche se è una luce cupa perché l’ipotesi investigativa sulla quale stanno lavorando squadra mobile di Lucca e commissariato di Viareggio è che il giovane albanese sia stato ucciso e sepolto in un campo in via Fosso Matelli. A riferire questa angoscioso circostanza sarebbe stato un collaboratore di giustizia che starebbe rivelando le dinamiche presenti sul territorio in particolar modo per la criminalità straniera.

IERI MATTINA non è passata inosservata la presenza di moltissime persone — con cani e mezzi della polizia scientifica — nel campo di via Fosso Matelli. «E’ in corso un’esercitazione del volontariato» è stata questa la versione scacciacuriosi, per allontanare il più possibile le persone che volevano capire che cosa ci fosse di interessante da cercare in quell’area dismessa alla periferia della città, a due passi dal lago e dal Padule di Massaciuccoli. Le ricerche sono andate avanti intensamente per tutta la mattinata ma non sono emerse tracce rilevanti. In ogni caso, qualcosa gli uomini della scientifica hanno «repertato» ma non si tratterebbe di materiale organico. Mistero fitto anche su questo aspetto nell’attesa semmai che nella stessa zona, magari ampliando anche ai campi vicini, possa essere effetturata uno scavo in grande stile alla ricerca del corpo del giovane Arent Gega.

UN GIALLO in piena regola nel quale per il momento si rispecchia l’angoscia della famiglia del giovane albanese. Gli inquirenti sono comunque convinti che la «segnalazione» sia meritevole di un ulteriore approfondimento nei prossimi giorni.