Viareggio, 12 aprile 2014 - C’ERANO una volta le notti da 10mila persone. C’erano una volta la movida e i concerti di Gloria Gaynor, Jimmy Somerville e dei Village People. C’era una volta il serpentone di auto che bloccava il paese fino all’uscita della superstrada, le corse per costruire i nuovi locali e le aste per le licenze. Ricordi ormai sbiaditi: la musica e le luci stroboscopiche sono spente e su quei locali dove gli architetti si sono sbizzariti con estro avanza la ruggine. La Marina di Torre del Lago lancia un grido d’aiuto, stritolata da divieti e tasse.

“Con la crisi sono iniziati i fallimenti - racconta Mario Pistoia, titolare del bazar-edicola alla rotonda e figura storica della Marina - e le decisioni autolesionistiche del Comune hanno portato alla chiusura di tante attività. Veniamo da tre stagioni devastanti. Le banche vogliono i soldi dei mutui e le tasse continuano ad aumentare. Ristoranti, come ad esempio Basilico Fresco, devono pagare più di 20mila euro di spazzatura e i bar 8mila per una stagione che dura 50 giorni. Non siamo come in Passeggiata, dove lavorano tutto l’anno. Il Commissario ci ha ammazzato: ha messo l’Imu al massimo, al 10,80 per mille, il triplo rispetto alla prima casa: io pago 8mila euro per un bazar. Con quei soldi avrei potuto dar lavoro a due giovani”.

Il preludio è agghiacciante. Sul viale Kennedy i pini orizzontali (caduti o abbattuti) superano quelli ancora verticali, i lavori allo storico Gambino sono fermi da anni, il Tower è ridotto a un rudere. I progetti del pontile e dell’anfiteatro sono stati dimenticati e i ripetitori dei telefonini ci danno l’accoglienza sulla Marina. “Come mai il Parco vieta le feste e fa costruire due mega antenne alla rotonda?” si chiede Pistoia, che lancia un disperato appello alle istituzioni e spera in un’estate di sole per salvare il savabile.

“Siamo tartassati mentre l’abusivismo trionfa sulla spiaggia - prosegue - dove si vende di tutto: vestiti, costumi, bibite, libri, giocattoli fino ai giornali, rubati e venduti a metà prezzo. In questa maniera nessuno pagherà più le tasse”.

Più avanti, i locali chiusi se la giocano (come numero) con quelli aperti. Su tutti lo splendido Pescatore con le sue finestre a quadretti all’inglese, che è off limit da mesi, molti altri sono in stato di abbandono. La Lampara è ancorà lì, come le fiamme l’hanno devastata l’anno scorso.
L’unica nota lieta nel panoramana desolante della marina torrelaghese è rappresentata dalla Taverna del Pirata che ha molto guadagnato dal cambio di gestione e dall’avvento in cucina e nel locale di Henri Prosperi e del suo staff. Con la buona cucina,piatti raffinati abbinati alla tradizione e l’attrazione della musica il ristorante va alla grande.

Però da quando ha chiuso il Priscilla, non c’è più neppure più un tabacchino. Di eventi non se ne sente più parlare. “Le feste e il divertimento notturno devono essere complementari alla balneazione - conclude Pistoia - e c’è bisogno di un calendario per attirare giovani e di svincolare le licenze, consentendo il cambio di destinazione d’uso. Ci sono 30 ristoranti e neppure un bed and breakfast”. Il Comune si è impegnato l’estate scorsa a rivedere il piano di zonizzazione acustica e il Parco a varare una variante al piano di gestione per consentire lo svolgimento del pubblico spettacolo. Ma la stagione è ormai alle porte.
Dario Pecchia