Viareggio, 11 aprile 2014 - QUANDO LA MADRE raccolse — in un mare di lacrime e di grandissima disperazione — le rivelazioni della figlia che aveva da poco compiuto quindici anni, per poco non svenne per il dolore. Una doppia testimonianza choccante, una di quelle verità che rischiano di cambiare per sempre una vita e mettere in discussione certezze e sicurezze che fino a quel momento sembravano al di sopra di ogni sospetto: il nonno e uno zio della ragazzina avevano abusato di lei. Una storia tremenda che non era il prodotto di una fiction ma viceversa una choccante realtà. Purtroppo. Come dire che i drammi familiari con violenze sulle persone più indifese accadono anche in mezzo a noi.

E DOPO un lungo processo — la pubblica accusa era sostenuta dal pubblico ministero Antonio Mariotti — il nonno e lo zio di secondo grado della ragazzina sono stati duramente condannati dal collegio presieduto da Carlo Annarumma, con giudice a latere Alessandro Dal Torrione e Simome Silvestri. Il nonno della ragazzina ha avuto sette anni; lo zio, tre anni e quattro mesi. I legali dei due imputati hanno preannunciato ricorso in Appello non appena avranno letto le motivazioni della sentenza. Stando a quando è emerso nel corso del dibattimento, solo in una occasione lo zio avrebbe abusato della nipote: non così il nonno che considerava la piccolina come un «trastullo» ed era stato con lei ripetutamente.

UNA VICENDA incredibilmente angosciosa di fronte alla quale gli stessi inquirenti si sono trovati più volte a disagio dovendo affrontare passaggi molto scabrosi che vedevano come vittima suo malgrado la ragazzina. Ma la bimbaa, con il sostegno di uno psicologo e della sua famiglia, è riuscita a trovare la forza per denunciare il nonno e lo zio nella speranza poi di poter ritrovare una tranquillità esistenziale che anche durante il processo è stata messa a dura prova.