di Beppe Nelli

 

Viareggio, 20 marzo 2014 - RIPRENDONO i lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Eolo destinato a diventare una media struttura commerciale, e viene ripristinata l’autorizzazione amministrativa per l’attività di vendita al dettaglio. Lo stabilisce la sentenza del Tar Toscana che ha accolto il ricorso della Caffè Margherita Spa di Anna Vittoria e Silvana Bertuccelli contro il comune.

 

Per l’ente locale c’è solo il contentino invero cospicuo del riconoscimento del diritto a riscuotere la monetizzazione dei parcheggi (che non possono essere realizzati) di standard della nuova struttura commerciale, circa 391 mila euro. Ma la vittoria è delle sorelle Bertuccelli: che ora possono firmare il contratto con Zara, multinazionale spagnola dell’abbigliamento, la quale all’Eolo aprirà quasi 1.500 metri quadri di boutique per uomo, donna e bambini.

 


LA VICENDA si trascina dal 2008 e, in questi 6 anni, il comune ha bloccato i lavori e annullato l’autorizzazione amministrativa. Ma sia Zara che le sorelle Bertuccelli hanno atteso, e ora nulla più osta all’apertura del mega store. Al Tar la Caffè Margherita Spa era difesa dall’avvocato fiorentino Roberto Righi e, fino all’anno scorso, dal compianto avvocato Renzo Migliorini, marito della professoressa Anna Vittoria, prematuramente scomparso. Possiamo solo immaginare con quale soddisfazione avrebbe oggi accolto la sconfitta dell’amministrazione comunale.


I FATTI sono molto eloquenti, come pure le motivazioni del giudice amministrativo. Il 22 dicembre 2008 la Spa chiede il cambio di destinazione dell’Eolo da cinema a fondo commerciale. La giunta Lunardini impiega 3 anni a decidere e il parere favorevole viene deliberato (atto n. 422) il 20 settembre 2011. Il privato presenta quindi la Scia edilizia (segnalazione certificata di inizio attività) per la ristrutturazione interna e esterna. Segue la sospensione per carenze documentali, poi a novembre viene chiesto il pagamento degli oneri compresa la monetizzazione dei parcheggi. Si arriva al 5 dicembre 2012 con richiesta al Suap di autorizzazione per l’apertura di una media struttura di vendita, concessa con atto 130 del 2 febbraio 2013.

 

La Caffè Margherita impugna la richiesta dei 391 mila euro e il 7 marzo 2013 il  Comune blocca i lavori sostenendo che l’intervento è in contrasto col Piano particolareggiato della Passeggiata, la cui scheda A19 stabilisce il vincolo a cinema dell’immobile dell’Eolo. Segue l’ulteriore ricorso al Tar anche contro la determina 333/13 con annullamento d’ufficio dell’autorizzazione amministrativa per l’attività commerciale.
I DIFENSORI del privato accusano il comune (area assetto del territorio, edilizia privata e Suap)di eccesso di potere, travisamento, difetto del presupposto, erronea e contraddittoria motivazione, richiamando leggi, direttive Ue e articoli costituzionali per la libera concorrenza. E il Tar dà loro ragione, perché la liberalizzazione commerciale senza contingenti è garantita dalla legge 214/11, e il comune avrebbe dovuto adeguare il proprio ordinamento entro il 30 settembre 2012: quindi i vincoli del Piano della Passeggiata sono nulli. Compreso il vincolo cinematografico, parimenti annullato dalla stessa legge. E senza dimenticare la sentenza della Corte costituzionale 299/12 per cui le prescrizioni urbanistiche non possono impedire l’apertura di nuovi esercizi commerciali. Nota di colore: all’avvio dei lavori il comune ottenne gratuitamente le poltroncine dell’Eolo per una scuola pubblica, e il giorno dopo bloccò tutto. Ora s’apre una conseguenza nuova per l’ente locale: quante altre previsioni urbanistiche vincolanti si pongono contro la legge e il principio costituzionale richiamati dal Tar? E in questi tempi di crisi, un normale piccolo imprenditore avrebbe resistito a queste lungaggini senza andare fallito?