Viareggio, 23 gennaio 2014 - E’ STATO un lampo. D’un tratto, con una corsa a perdifiato, un giovane ha tentato di entrare in Comune. Spingendo uno dei vigili urbani di piantone all’ingresso per farsi largo. Per difendere la «sua» casa. E’ cominciata così una delle mattinate più agitate che questa città abbia mai vissuto, in cui l’emergenza sociale ha toccato il massimo livello d’allerta. Culminata con un parapiglia tra forze dell’ordine e manifestanti, dove sono volate spinte, manate, ombrelli, e con una ragazzina minorenne che ha richiesto l’intervento del 118 dopo aver rimediato un calcio nello sterno. Culminata con la chiusura del palazzo comunale, circondato da un cordone di sicurezza organizzato dalla questura. Con le forze speciali in tenuta anti sommossa a presidiare le entrate, interdette a tutti. E con via S.Francesco bloccata per ore. Se non è emergenza questa...

DOPO lo sgombero — ordinato Procura della Repubblica di Lucca — della casa popolare al quartiere Fontanini al Varignano, occupata senza titolo da una famiglia 14 anni fa, il fronte della protesta, cresciuto come un’onda in periferia, si è infranto sul Comune. «Mia sorella non sapeva dove andare a dormire, non c’erano soluzioni». E’ stata la disperazione, a cui non sembrava esserci via d’uscita, a spingere una giovane coppia (era il 18 giugno del 2000) a prendersi uno degli appartamenti Erp rimasti sfitti. A raccontare la storia è la sorella di questa mamma di due figli, che ieri quando sono rientrati da scuola hanno trovato la porta di quella casa, dove avevano vissuto da anni, sbarrata. «Avrebbe voluto mettersi in regola — prosegue — Proprio per domani (oggi per chi legge, Ndr) avevano fissato un appuntamento in Comune con l’avvocato per cercare una soluzione. Invece hanno distrutto una famiglia — ripete tra rabbia e sconforto — Dove andranno? Dove andranno ora?». Ed erano in tanti di fronte al Comune a porsi la stessa domanda. A chiedersi «dove andremo a dormire quando toccherà a noi». Perché sono circa cinquanta le case popolari al Varignano occupate abusivamente, per le quali si presume che la questura replichi il sequestro e lo sgombero per ordine della magistratura. Situazioni complesse, nodi che hanno un lungo passato. E che solo ora vengono al pettine.

RITROVATA un po’ di calma, una delegazione dei manifestanti, su cui pende come una spada di Damocle l’ordine di sgombero, è stata ricevuta dal sindaco Betti e dall’assessore al sociale Lazzerini. «Il sindaco dice che non può intervenire. Che questi sono ordini della Procura su cui l’amministrazione non ha alcun potere», riferiscono al termine dell’incontro, riaccendendo gli animi della folla. «Prepariamoci a barricare il Varignano, non lasceremo entrare nessuno. Chiuderemo tutte le strade, non ci butteranno fuori di casa», è la risposta popolare. Il risultato di anni e anni di una gestione del sociale insufficiente, fondato sulla politica del tirare a campare, ora è eclatatante. E la magistratura non può fare altro, anzi deve, applicare le leggi. Speriamo che tutto questo non passi inosservato in Provincia, in Regione, e dai parlamentari locali. Senza aiuto Viareggio non uscirà mai dall’emergenza.