Viareggio, 27 giugno 2013 - E' scattata all'alba in varie regioni italiane l'operazione contro i clan di camorra dei Casalesi e dei Santapaola 'Normandia 2' che ha portato a un arresto anche in Toscana, a Viareggio. A finire in manette nella cittadina versiliese è stato Vincenzo La Ventura, 58 anni, originario di Napoli e residente in Versilia, ex dipendente Usl ed ex presidente dell'Associazione dei concessionari delle sale Bingo. Le accuse nei suoi confronti sono di riciclaggio e violazione di numerose disposizioni in materia di reati finanziari. In una nota del commissariato, a La Ventura sono stati notificati anche vari ''sequestri preventivi di immobili riconducibili all'arrestato per un valore di diverse centinaia di migliaia di euro''.

La misura di custodia cautelare, si spiega ancora, è stata eseguita, con la collaborazione del commissariato di Viareggio, dal nucleo della polizia tributaria della guardia di finanza e dalla squadra mobile di Frosinone, dove, si legge, La Ventura risulta essere stato ex gestore di una sala Bingo colpita, ''al tempo della sua gestione da otto attentati incendiari''.

L'operazione ha visto i Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Caserta, insieme alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, eseguire 57 ordinanze di custodia cautelare, emesse su richiesta della Procura di Napoli, e sequestri di beni mobili e immobili per centinaia di milioni di euro, soprattutto nelle province di Caserta, Napoli, Frosinone, Modena, Reggia Emilia e Catania.

I reati contestati a vario titolo ai soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi sono l'associazione per delinquere di stampo camorristico, il concorso esterno nella stessa associazione e tutta una serie di delitti aggravati dalla finalità mafiosa. Fra questi associazione a delinquere finalizzata all'esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, illecita concorrenza con violenze e minacce, truffa aggravata ai danni dello stato, frode informatica, riciclaggio, estorsione e intestazione fittizia di beni.

L'indagine di questa mattina è il prosieguo della prime due inchieste denominate 'Normandia 1' e 'Normandia 2' tese a smantellare il clan Schiavone, egemone all'interno della federazione casalese. Nel luglio 2010 la seconda operazione coinvolse 73 persone, 16 delle quali finirono in carcere, tra cui camorristi di spicco, come Nicola Schiavone figlio di Sandokan e l'ex primula rossa Antonio Iovine 'o Ninno', imprenditori, politici e pubblici funzionari come i prefetti Maria Elena Stasi e Paolino Maddaloni, condannati in uno dei processi nati dall'indagine per turbativa d'asta in relazione all'aggiudicazione alla società Orion, ritenuta vicina al clan, dell'appalto per l'installazione delle centraline per verificare la qualità dell'aria a Caserta.

Figura centrale nell'inchiesta era quella dell'imprenditore di Casal di Principe attivo nel settore dei rifiuti e consigliere regionale Udeur Nicola Ferraro, ritenuto vicino al clan fondato da Francesco Schiavone, già condannato lo scorso anno per quei fatti a 9 anni e 4 mesi di carcere per il reato di concorso esterno insieme al fratello Luigi, dipendente del Consorzio Unico di Bacino; ieri, Ferraro, chiamato a deporre nel processo che vede imputato l'ex sindaco di Villa Literno e attuale consigliere regionale Enrico Fabozzi (accusato di concorso esterno in associazione camorristica), ha continuato a definirsi ''una vittima del clan''.