Viareggio, 7 giugno 2013 - IL CASO di Daniele Franceschi è rieccheggiatoo nuovamente in Parlamento con la discussione dell’interrogazione presentata dalla senatrice Manuela Granaiola (e altri suoi colleghi) sul caso del giovane viareggino morto nel carcere di Grasse nell’agosto di tre anni fa: una tragedia che poche settimane ha è stata rivissuta dalla famiglia del giovane Claudio Faraldi, anche lui scomparso in circostanze sospette nel carcere francese.

«Per la verità — ha sottolineato la senatrice — il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro ha risposto in particolar modo sul caso più recente: per Franceschi ho visto un certo imbarazzo, ma da parte mia c’è stato l’invito a non distogliere l’attenzione su un caso che sta provando non solo psicologicamente la mamma del giovane scomparso».

Ma cosa si può fare in questo momento?
«Intanto non mollare, essere pressanti con le autorità francesi: nei prossimi giorni voglio andare a Nizza per rendermi conto di persona come è la situazione. Non possiato tollerare che Daniele Franceschi non abbia giustizia. Da mesi e mesi la mamma aspetta che le vengano restituiti gli organi. Non solo: entro il 31 maggio la Procura avrebbe dovuto depositare l’ultima perizia, ma ad oggi gli avvocati della famiglia di Daniele Franceschi non hanno avuto alcuna comunicazione».

Mamma Cira aspetta che la giustizia francese faccia il suo corso
«Mamma Cira ha bisogno che tutti le siano vicini: pensate che ancora oggi deve fare i conti con il costo dell’autopsia effettuata sul corpo del figlio all’ospedale unico della Versilia dal professor Varetto. La gente deve starle vicino a sostenerla in questa battaglia nella ricerca della verità e per accertare i profili delle responsabilità fra le persone messo sotto inchiesta dagli inquirenti francesi».

Nei giorni scorsi la signora Cira ha parlato a Roma con i funzionari del ministero degli Esteri
«Sì, ma è necessaria un’azione più incisiva da parte dei funzionari della Farnesina nei confronti dei loro colleghi francesi: ripeto, a distanza di quasi tre anni, non possiamo pensare che non sia ancora capito chi sono i responsabili della morte di Daniele Franceschi».

La senatrice Granaiola non lo dice. Forse lo pensa. Il pensiero condiviso da molte persone è che — sciovinismo a parte — Daniele ha il «torto» di essere un morto italiano che ha messo in cattiva luce l’ordinamento carcerario francese.