Viareggio, 3 giugno 2013 - QUELLA che si apre stamani è una settimana cruciale per i familiari delle vittime della strage e per quanti si battono da anni alla ricerca di verità e giustizia. Oggi al Polo fieristico di Lucca riparte infatti l’udienza preliminare del processo che vede imputate 33 persone oltre a una serie di società; domani invece direttamente in Tribunale a Lucca si comsumerà l’atto conclusivo relativo al licenziamento dalle Ferrovie dello Stato di Riccardo Antonini: un processo ovviamente distinto e separato dalla vicenda generale, ma ugualmente ad essa connesso visto che il licenziamento del ferroviere matura proprio nell’ambito delle battaglie legali che lui stesso, insieme ai familiari delle vittime e all’Assemblea 29 giugno ha portato avanti nei confronti delle Ferrovie e del suo amministratore delegato, Mauro Moretti.

OGGI intanto si riparte con l’udienza preliminare. Tutto da capire che cosa accadrà stamani e nei prossimi giorni. Salvo variazioni dell’ultim’ora il Tribunale ha prenotato il Polo fieristico fino a mercoledì con udienze mattina e pomerigio e poi la prossima settimana da lunedì a venerdì mattina e pomeriggio.
 

DIVERSI gli scenari possibili. Sicuramente si parte con la riunificazione dei due filoni del processo, quello generale con il grosso degli imputati e quello, per così dire, secondario, con un solo imputato (l’Ad della Cima riparazioni) e 4 società che erano state inizialmente stralciate per difetto di notifica degli atti. Il primo luglio, invece, è fissata l’udienza per il terzo filone, quello per così dire aggiuntivo, del 33esimo imputato. Dopo questo primo atto preliminare ce ne sarà sicuramente un altro, vale a dire la verifica delle notifiche sulle costituzioni di parte civile.

Poi tutto è possibile. Nel senso che se non ci saranno ulteriori richieste — ipotesi peraltro remota — la parola potrebbe essere data da subito ai Pm per l’inizio della loro requisitoria. Probabile però che ci siano ulteriori complicazioni formali. Ad esempio i legali delle società chiamate in causa come responsabili civili dei fatti contestati ai loro dipendenti, potrebbero fare delle eccezioni. La Procura potrebbe altresì chiedere che venga assunta agli atti la perizia della commissione d’indagine ministeriale che contraddice l’esito finale dell’incidente probatorio: per la commissione non fu la zampa di lepre come sostenuto dai periti del Gip, ma il paletto di segnalazione, come rimarcato da tutti gli atri tecnici e consulenti, a causare lo squarcio nella cisterna.
Paolo Di Grazia