Viareggio, 8 marzo 2012 -  Si e' conclusa con una richiesta di patteggiamento dei due imputati e con
l'esclusione di oltre 140 cittadini tra le parti civile l'udienza
di oggi per il processo sullo sforamento dei livelli di diossina nell'ambiente ad opera dell'inceneritore di Falascaia. I fatti risalgono all'estate del 2008, quando furono rilevati da Arpat una serie di sforamenti di diossina nell'ambiente ad opera dell'impianto di Tev (l'inceneritore di Falascaia, oggi acquisito dalla multinazionale francese Veolia), aspetto che poi porto' anche al sequestro preventivo dell'inceneritore stesso.

I legali dei due imputati (Francesco Sbrana, ex amministratore delegato di Tev, proprietaria dell'inceneritore, e Umberto Ricci, dipendente della stessa Tev) hanno chiesto il patteggiamento per il processo contro i ''taroccamenti'' dei dati delle emissioni dell'inceneritore: rispettivamente 4.560 euro di ammenda per Sbrana, 3.990 euro per Ricci. Il giudice monocratico di Viareggio decidera' se accogliere la richiesta nella prossima udienza utile, il 12 aprile.

L'udienza di questa mattina e' stata necessaria anche per decidere quali parti ammettere tra le parti civili. A rimanere fuori da questo processo sono le centinaia di persone che abitano a ridosso (o vicino) dell'inceneritore (perche' il processo non verte su danni patrimoniali, ma si basa solo sull'accusa di falso), e l'associazione ''Amici della Terra'' (perche' nello statuto della stessa non si parla di Versilia come ambito territoriale di riferimento). Ammesse invece tra le parti civili la Regione Toscana, la Provincia di Lucca, i sette Comuni della Versilia, il Cav, il WWF e il Coaver, il comitato per la tutela della salute in Versilia.