Viareggio, 12 febbraio 2012 - VIVACISSIME tele colorate abbelliscono il nuovo teatro delle stanze parrocchiali di Santa Rita, all’ex-Campo d’aviazione. Il pittore ha solo tre anni, Emanuele Campostrini, “Mele” per gli amici, e una grave malattia metabolica per la quale non cammina, non parla, si alimenta con un sondino. Ma con le manine contratte con un pennello legato, con tutto il suo corpo, esprime il suo mondo grazie alle tempere, quelle rigorosamente innocue per i piccoli, sparse sulla tela e poi schizzate, amalgamate, lavorate. E ieri c’era anche lui, lì, alla sua mostra inaugurata poco dopo le 17.

Coperto, perché era freddo. Ma c’era, “Mele”. E per lui c’era il pienone. «Abbiamo esposto tre opere di Emanuele nella nostra collettiva a Palazzo Paolina — racconta Sandro Salvati, presidente dell’Ucai — e qualcuno ha pensato che fossimo spinti dalla pietà. E invece no: abbiamo riconosciuto in questo bambino un artista e con questa mostra di quaranta sue tele, vogliamo dimostrarlo». E ancora più convinto delle qualità del piccolo pittore, è Enrico Dei, critico d’arte d’esperienza: «Ero scettico e per questo sono andato a casa dei genitori e ho visto il bimbo all’opera. E’ capace di coniugare i colori in maniera fantastica, il quadro ha una sua logica. Ho faticato molto a montare questa mostra proprio per le emozioni che mi creava».

I QUADRI sono il frutto di quella magica simbiosi madre-figlio, solo lei comprende quale colore sta chiedendo e addirittura che cosa il bimbo vuole rappresentare. «Emanuele non parla — dice sorridendo Chiara Paolini, la mamma (in attesa di una sorellina per “Mele” che ha già un fratellino di cinque anni, Giovanni) — ma attraverso la pittura che tanto lo appassiona in qualche modo comunica con noi. Quello che la sua esperienza ci insegna è comunque che ognuno si può realizzare a prescindere dalla sua condizione, dalle sue difficoltà fisiche». “I capelli della mamma”, “La farfalla”, “ La nebbia”, “L’albero spoglio nel cielo”, “La “Piscina del bagno Caterina” e così via, sono i titoli delle tele di Mele che parlano delle sue semplicissime esperienze, ma l’intensità espressiva ha del miracoloso: «La famiglia è stata accolta dal Papa — afferma don Luigi Pellegrini — per l’esempio del valore della vita che offre. Così noi accogliamo questa mostra nell’oratorio aperto alla cittadinanza, per il dono che Dio ha voluto fare a questo bambino». La mostra rimarrà aperta fino a sabato 19 con orario feriale 17-19.30 e festivo 10-13. E sabato prossimo sarà visitata anche dal vescovo della diocesi.