Viareggio, 28 dicembre 2011 - La Versilia e il mondo dello spettacolo sono sconvolti per la morte del fratello di Giorgio Panariello, Francesco, 50 anni con un passato burrascoso fatto anche di droga. Un giro dal quale era uscito. L'uomo è stato trovato privo di sensi nei pressi di un'aiuola sulla passeggiata di Viareggio intorno alla mezzanotte tra il 26 e il 27 dicembre. Non c'è stato niente da fare nonostante l'intervento immediato del 118. Come è morto l'uomo?

Ancora da chiarire le cause del decesso. Sul braccio sono stati trovati i segni di un ago e la Procura cercherà di capire se la responsabilità di quanto accaduto possa essere addossata anche a terze persone. Se insomma qualcuno lo abbia abbandonato agonizzante nel giardino pubblico di piazza della Repubblica, di fronte agli stabilimenti balneari.

"Non me l'aspettavo", ha detto Giorgio, dopo essere stato qualche minuto in silenzio davanti al corpo del fratello. Francesco, da tutti conosciuto come Franco, avrebbe trascorso alcuni dei giorni delle feste con Giorgio e con altri parenti.

Al 118 e' arrivata la telefonata, una voce di donna, che segnalava una persona a terra in un'aiuola del lungomare di Viareggio. "C'e' un uomo a terra nell'aiuola, venite". Poi la telefonata si e' interrotta.

Si sa poco al momento sulle ultime ore di Franco. Quel che è certo è che aveva detto a un collega di lavoro che sarebbe andato a cena da alcuni amici a Viareggio. Lo racconta Gianni, il giardiniere che lavorava insieme a Franco Panariello per un artigiano di Montignoso.

Il piccolo imprenditore era molto amico dei fratelli Panariello, in particolare di Franco, e piu' volte gli aveva dato lavoro e l'aveva aiutato nel condurre una vita normale dopo aver lasciato prima la comunita' per il recupero di tossicodipendenti di San Patrignano e piu' recentemente dopo il soggiorno da don Mazzi.

''Era una persona molto sensibile, eravamo diventati amici e io mi trovavo molto bene a lavorare con lui - racconta il collega -. Mi sembrava che finalmente stesse molto meglio, era sereno e aveva molta voglia di lavorare. Ci eravamo visti per l'ultima volta il 23 dicembre, avevamo lavorato mezza giornata prima di chiudere e io lo avevo portato a casa a Pietrasanta. Franco quel giorno doveva andare a Prato per cenare con il fratello Giorgio''. Da tre mesi Franco Panariello lavorava con regolarita' come giardiniere in Versilia.

Voci non confermate dicono che forse qualcuno ha portato Franco fino al punto in cui poi è morto: il sospetto è questo e ora si attende se le autorità disporranno l'autopsia sul cinquantenne.

A riconoscere il corpo del fratello all'obitorio è stato lo stesso Giorgio Panariello, entrato nella struttura da una porta secondaria e poi uscito senza dire molte parole, sconvolto. D'altronde in pochi si aspettavano che Franco potesse fare una fine simile, adesso che la sua vita aveva svoltato in meglio. Adesso che aveva un lavoro stabile e sembrava felice.

Un'infanzia, quella dei fratelli Franco e Giorgio Panariello, segnata dalle difficoltà. Abbandonati da una mamma-bambina quando Giorgio aveva poco piu' di un anno e Franco era appena nato, erano stati subito separati: il primo affidato ai nonni materni, il secondo messo in un collegio. Li' era rimasto per 12 anni prima di essere adottato da una famiglia benestante.

''Neanche l'affetto della nuova famiglia - racconto' Franco in un'intervista-verita' - riusciva a placarmi. Un giorno mi scoprirono mentre portavo via loro i soldi, cosi' tolsero l' adozione. Fui spedito in un collegio a Siena, ma anche li' durai poco, mi scoprirono mentre stavo rubando dei soldi al preside. Fui ritenuto un caso con pochissime probabilita' di recupero cosi' mi portarono dai miei nonni al Cinquale, una frazione del comune di Montignoso''.

In Toscana, Franco conobbe il fratello Giorgio ma scappo' anche dalla residenza dei nonni per andare in cerca della madre, a Napoli. Fini' poi in carcere, si ammalo' e comincio' a drogarsi. Fino al momento in cui Giorgio Panariello lo convinse ad andare a disintossicarsi nella comunita' di San Patrignano, all'eta' di 37 anni per uscirne sette anni dopo.

E dirà una preghiera per Franco Panariello anche Don Giuseppe Cipollini, parroco della Madonna Pellegrina della Cervara, frazione nel comune di Massa. E' qui che Franco si recava, alla fine degli anni Ottanta circa, alla mensa dei poveri della Caritas: ''Me lo ricordo molto bene - raconta Don Cipollini - anche se sono passati molti anni. Era un ragazzo sempre educato, rispettoso e mai fuori dalle righe, nonostante quella robaccia che prendeva. Parlava poco di se' e io non insistevo. Non conoscevo nessuno della sua famiglia. veniva tutti i giorni a pranzo e a cena alla mensa dei poveri. Spesso era solo, altre volte con una ragazza, erano fidanzati''.

Don Cipollini ricorda anche che un giorno non lo vide piu' alla Caritas e si preoccupo': ''Seppi solo molto tempo dopo che era entrato in comunita'. Non lo vidi per tanto tempo. Poi torno' a trovarmi una volta sola quando riusci' a disintossicarsi. Fui felice per lui''.

''Stava bene, ultimamente era piu' sereno. Non ce lo aspettavamo proprio...''. Cosi' lo zio di Francesco 'Franco' Panariello, Duilio, ricorda il nipote. Duilio Panariello non vedeva Franco da una ventina di giorni, ma a Montignoso, dove tutti si conoscono, aveva sempre sue notizie. Per l'artigiano con cui lavorava, Franco Panariello prestava la sua opera come giardiniere in Versilia.

''Eravamo molto contenti di vederlo migliorato - racconta la signora Ilaria per cui Franco Panariello aveva lavorato nel mese di settembre -: era una persona molto disponibile, sempre gentile ed educata. Quando venne a lavorare a casa mia mi disse che in passato aveva fatto molti errori ma che adesso, anche grazie all'aiuto del fratello, stava meglio. Effettivamente, anche noi qui lo vedevamo in buona salute e piu' sereno. Per questo, stamane, quando ho sentito alla televisione quello che era successo mi e' parso davvero incredibile''.

Nessuno si aspettava la fine di un uomo che aveva trovato la sua strada dopo anni bui. Ora gli accertamenti della Procura cercheranno di rispondere alla domanda su come è morto Franco.