Viareggio, 11 aprile 2011 - L’ha seguito con lo sguardo Daniela Rombi, con gli occhi pieni di dolore, quello di una mamma a cui è stata strappata, da un treno carico di Gpl, una figlia di appena 21 anni. Voleva parlare a tutti i costi con lui, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano — in visita all’Aquila, dove si trovava anche una delegazione dell’associazione ‘Il Mondo che vorrei‘, in occasione del secondo anniversario del terremoto che ha sgretolato il cuore dell’Abruzzo — e alla fine ci è riuscita.

 

"Presidente, si opponga al processo breve. Glielo chiedo in ginocchio, faccia tutto quello che le è possibile". Così Daniela ha calamitato l’attenzione della più alta carica dello Stato, proprio mentre usciva dalla Basilica di Collemaggio dove è stata celebrata la messa in ricordo delle 309 vittime del sisma. L’appello è concreto e chiama in ballo una riforma, presto in discussione alla Camera, che potrebbe vanificare il processo della strage ferroviaria.

 

Napolitano ha quindi replicato alla supplica di Daniela: "Non deve dire a me queste cose, perché conosco le questioni e le seguo come posso" e ha poi aggiunto una frase carica di speranza per i familiari delle 32 vittime: "Attendiamo comunque l’esito del processo, che ci deve essere".

 

In quei pochi minuti in cui la strada di Daniela Rombi si è incontrata con quella di Napolitano la mamma di Emanuela Menichetti è riuscita a strappare una promessa al Presidente. "Mi ha ribadito — ha spiegato la Rombi di ritorno dall’Aquila — l’intenzione di convocare al Quirinale una delegazione dei familiari delle vittime dell’esplosione. Personalmente ho molte cose da chiedergli, in particolare vorrei sapere perché ha onorato con la carica di Cavaliere del lavoro Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs e uno dei 39 imputati nel processo".

 

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha commentato l’iniziativa del Comitato viareggino. "E’ un allarme che il Parlamento farà bene a considerare. Sarebbe gravissimo se la corsa al processo breve sacrificasse il diritto di tante persone ad ottenere giustizia per fatti tanto tragici".

 

"L'Italia - ha scritto Rossi  in una lettera sul processo breve inviata oggi ai presidenti dei gruppi parlamentari, nella quale avanza una proposta correttiva dell'emendamento Paniz - deve scongiurare il rischio dell'ennesima strage impunita, quella di Viareggio. Signor Presidente la invito a riflettere su alcune conseguenze che potrà recare l'approvazione del cosiddetto emendamento Paniz, alla legge sul processo breve, che riduce i tempi di prescrizione dei reati.Un processo che si svolge in tempi ragionevoli è un'esigenza condivisa da tutti, dai cittadini alle imprese, oltre che rispondere a un indirizzo costituzionale a cui è doveroso attenersi nel legiferare in materia di giustizia. Ma insieme a tali esigenze esiste anche il dovere di garantire a tutti la giustizia. L'emendamento Paniz, introduce elementi di incertezza che non rispondono pienamente a questa necessità"

 

"L'Italia rischia di essere il Paese delle stragi impunite. Proprio lo scorso 10 aprile, è ricorso il ventesimo anniversario del disastro della Moby Prince (140 vittime e un solo sopravvissuto) di cui a tutt'oggi non sono stati individuati i colpevoli. È bene non dimenticare che nell'Italia repubblicana sono oltre 40 le stragi ancora senza giustizia: dalla strage dell'Italicus ad Ustica, dalla stazione di Bologna a via dei Georgofili a Firenze. Domando: per quale motivo episodi come il terremoto dell'Aquila o la tragedia ferroviaria di Viareggio devono rischiare di fare la stessa fine?"

 

"Se si abbreviano i tempi della prescrizione - conclude - è ragionevole pensare che con tali processi, pur individuando le responsabilità, non si riesca a punire i colpevoli. Le vittime e i loro familiari saranno colpite, offese e vilipese per la seconda volta. Credo che il Parlamento dovrebbe impedire una tale prospettiva. Lo chiede il Paese e lo chiedono, soprattutto, i familiari delle vittime. Il processo sulla tragedia ferroviaria di Viareggio, del 29 giugno 2009, avrà inevitabilmente tempi lunghi e quindi correrà il rischio di cadere in prescrizione. Negando così giustizia ai familiari delle 32vittime e dei 15 feriti. Un esito che un paese civile a avanzato come l'Italia deve assolutamente scongiurare".

 

"Proprio per questo - conclude Rossi - ci permettiamo di sottoporre alla sua attenzione un breve emendamento che, se inserito all'interno della legge, scongiurerebbe questo rischio. Basterebbe aggiungere solo due righe all'emendamento Paniz. Le disposizioni del presente articolo non si applicano per i reati di disastro colposo da cui siano derivate la morte o le lesioni delle vittime. In questo modo  si eviterebbe il rischio che gravissimi reati cadano in prescrizione. Mettendo così fine al lungo capitolo delle stragi impunite»

 

In ultima battuta Daniela Rombi si rivolge direttamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "Presidente, i processi si devono fare". E Il processo per la strage di Viareggio dovrebbe cominciare prima dell'estate 2012. Dovrebbe. Affinché lo spettro dell'archiviazione non si tramuti in realtà mercoledì, quando il decreto legge arriverà in parlamento, i familiari delle vittime delle stazione si ritroveranno in presidio proprio di fronte a Montecitorio insieme ai familiari delle altre stragi italiane.