Viareggio, 7 marzo 2011 - La prima udienza dell'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di Viareggio del 29 giugno del 2009 si è svolta nell'aula del tribunale di Lucca appositamente allestita al Centro Lucca Congressi e Fiere.

 

Il gip ha affidato l'incarico a due periti e le parti lese hanno nominato i loro consulenti. Per il 21 aprile è stato programmato un incontro tra tecnici per stabilire il luogo e la data in cui verranno svolte le prove irripetibili sui reperti dell'incidente. Il gip ha poi fissato per il 2 novembre la prossima udienza nel corso della quale verranno illustrati i risultati della perizia.

 

Tra gli indagati i vertici del Gruppo Fs, fra cui l'ad Mauro Moretti, e i responsabili delle ditte proprietarie del convoglio o che eseguirono manutenzioni o montaggi del carro che deragliò: le società Gatx, la Cima di Mantova e la Jugenthal di Hannover. Nessuno dei 38 iscritti nel registro degli indagati, nè i rapprentanti delle 8 aziende coinvolte era presente. 

 

Il processo "potrebbe iniziare alle soglie dell'estate 2012'' . Lo ha annunciato ai cronisti il presidente del tribunale di Lucca, Gabriele Ferro e ha poi aggiunto che  la prossima udienza per la perizia potrebbe esseren  fissta per la fine di luglio o a ottobre 2011, mentre l'udienza preliminare potrebbe svolgersi all'inizio dell'anno prossimo. 

 

Parlando con i giornalisti infatti il procuratore di Lucca Aldo Cicala ha confermato di non aver visto nessuno degli indagati in aula. ''Non li conosco personalmente - ha spiegato Cicala - ma mi hanno riferito che non ci sono''. Poco prima il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, aveva detto: ''Se gli indagati fossero stati presenti, sarebbe stato un atto di rispetto''.

 

Una piccola polemica è stata sollevata dalla senatrice del Pd, Manuela Granaiola, fra gli estensori della legge per Viareggio. ''Non mi hanno fatto entrare in aula - ha spiegato - perché non sono fra le parti lese. Mi aspettavo di poter rappresentare lo Stato. Sono dispiaciuta per il disconoscimento del mio ruolo ma soprattutto per non aver potuto rimanere vicina ai familiari delle vittime. Ho espresso il mio rammarico al presidente del Senato".

 

''E' un giorno importante ma in fondo non cambia niente. Nessuno mi restituirà mia moglie e i miei figli''. E' lo straziante commento rilasciato da Marco Piagentini, rimasto ustionato sul 95% del corpo per l'esplosione in cui perse la moglie e i due figli, di 5 e 2 anni. Sopravvisse un terzo figlio, Leonardo, che oggi ha 10 anni.  ''Leonardo sta bene - si è limitato a spiegare Piagentini - ma per tutti elaborare quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo non è  facile''.

 

In questi giorni invece dovrebbe partorire Iby Ayad, 23 anni, la ragazza marocchina diventata fra i simboli della strage: perse padre, madre, il fratello e la sorella. Iby in questi anni ha ottenuto la cittadinanza italiana e si è sposata.

 

''E' una giornata fondamentale - ha detto Daniela Rombi, madre di Emanuela Menichetti e presidente dell'associazione "Il Mondo che vorrei..." Comincia una strada nuova e dolorosa. Chiediamo che si arrivi presto al processo e che si evitino processi brevi o prescrizioni brevi che potrebbero mandare a monte tanto lavoro''.

 

La strage provocò 32 morti. In 349 si sono dichiarati parti civili fra cui, soprattutto, familiari delle vittime.