Viareggio, 26 febbraio 2011 - "Mi fa male qui al petto". Poi il nulla. La vita che se ne va come la fiammella di una candela spenta all’improvviso. Inutili tutti i tentativi di rianimazione. E’ finita così, nella sua auto parcheggiata lungo la via di Montramito, in compagnia di alcuni amici, la vita di Iacopo Michelucci, 21 anni da compiere (era nato l’11 settembre 1990), muratore nella piccola impresa edile artigianale del fratello maggiore Matteo, 28 anni, calciatore dilettante nelle file del Piano di Conca nel campionato di Terza categoria. Il ragazzo aveva un passato nello Stiava, poi da speranza del calcio nel settore giovanile dell’Empoli, quindi del Tau calcio, per poi ritornare a casa, allo Stiava (Prima categoria: dove gioca anche il fratello minore Tiziano, 19 anni) e poi al Piano di Conca, dove giocava per divertimento, per il gusto e il piacere del pallone, la sua grande passione.

 

Il dramma si è consumato intorno a mezzanotte a Montramito ma niente faceva presagire che il sorriso di Iacopo di sarebbe spento nel corso di una serata vissuta come un qualsiasi ragazzo di 20 anni, che ama la vita, la sua ragazza, la famiglia e tutte le cose che faceva. "Trovava il modo di non lasciare niente indietro" ha ricordato la sua fidanzata, Martina. Dunque, Iacopo dopo una giornata di lavoro va all’appuntamento al campo della "Pianaccia" di Piano di Conca. "Avevamo in programma un’amichevole con il Fratres — ricorda l’allenatore Moreno Rossi —: due tempi da 35 minuti. Quando Iacopo è arrivato era più scherzoso del solito: aveva un cappello da giullare, sì di quelli che vengono utilizzati per il Carnevale. ‘Mister gioco con questo cappello’. Gli ho risposto ‘no’. Lui ha sorriso. In campo è stato la solita ‘roccia’, il campionato di Terza categoria era troppo poco per lui... avrebbe meritato altri palcoscenici. Nel corso dell’estate scorsa aveva preso parte ad torneo di calcio a sette a Stiava: gli era toccato da marcare l’ex professionista Francesco Flachi. A fine partita Flachi si era complimentato con Iacopo, gli aveva chiesto in quale categoria giocava...".

 

Ma torniamo al dramma. Alle 21,30 Iacopo Michelucci torna a casa: ad attenderlo ci sono il papà Ivano e la mamma Donatella. "Mangio qualcosa, poi esco con Martina". Iacopo si cambia il giubbotto e verso le 22 esce: incontra la sua ragazza, vanno a fare un giro in auto poi la riaccompagna a casa verso le 23,15. In ‘piazzetta’ a Stiava, Iacopo incontra altri amici e decidono di andare verso Viareggio in auto. Due chilometri parlando del più e del meno, gli argomenti di ragazzi di vent’anni. Ma poi... no, era troppo bello che una serata serena, preludio del fine settimana di Carnevale — Iacopo era un ragazzo che frequentava le feste rionali — potesse concludersi con il sorriso sulle labbra. No, in agguato c’era il Male che si è materializzato sul corpo di Iacopo con un improvviso dolore al petto. Il ragazzo ha perso conoscenza: l’auto era ferma, Iacopo si trovava al posto di guida. I suoi amici hanno cercato di scuoterlo: non ha risposto. L’angoscia e il dolore. La Misericordia che arriva. L’automedica. Una corsa contro il tempo. Il massaggio cardiaco. Il defibrillatore. Uno. Due. Tre tentativi. Niente, il cuore non ce l’ha più fatta a ripartite. Una morte choccante, forse — ipotizzano i medici — per una malformazione cardiaca sfuggita a tutti i controlli, visto che il ragazzo aveva effettuato le regolari visite per giocare al calcio.

 

Nel pieno della notte la notizia della scomparsa di Iacopo è rimbalzata a Stiava: poche famiglie sono riuscite a chiudere occhio, c’è stato un passaggio di voci sempre più sicure, una dietro l’altra, poco importanza se qualcuno veniva svegliato. Ieri mattina alle 6,30 all’obitorio c’erano già moltissime persone. Tutte in lacrime. Tutte con un solo pensiero: essere vicini ai genitori (il papà gestisce un negozio di frutta e verdura) e ai fratelli di Iacopo in questo drammatico momento.